Nel momento in cui un’Ungheria poco convincente prende le redini della presidenza dell’Unione europea, quest’ultima tiene d’occhio la Cina, impegnata a valutare se assicurare o meno a suon di miliardi il futuro dei paesi più deboli della Zona euro: Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia. Di per sé basterebbe l’intervento cinese nell’economia di questi paesi a far capire all’Unione quanto la sua struttura sia debole, una fragilità in gran parte imputabile alla crisi economica.

L’Unione europea necessiterebbe a breve termine di un trattamento appropriato, così come di una drastica revisione delle sue priorità. Il trattamento in questione non esige necessariamente, come ritengono numerosi esperti, lo stanziamento di decine di miliardi di euro per fronteggiare l’eventuale ripetersi delle crisi di Grecia e Irlanda. Si tratterebbe piuttosto di studiare decisioni rapide e conformi alla realtà.
Nei prossimi mesi Unione europea e Zona euro dovrebbero porre particolare attenzione a una maggiore unità di vedute, decisioni rapide e flessibilità nelle soluzioni da adottare. La prima scadenza per le decisioni veloci arriverà in primavera, nel caso in cui il governo greco non riuscirà a far fronte alla scadenze del suo debito.

Il realismo di cui dovrà dotarsi l’Europa comunitaria comprende anche il prendere delle svolte. La Germania deve smettere di essere demonizzata. Il modello tedesco è per il momento il migliore di cui dispone l’Europa e diversi paesi potrebbero trarne ispirazione.
La moneta unica non può significare condizioni identiche per tutti, la futura Zona euro deve essere diversifica. I tassi d’interesse saranno bassi per chi “si comporta bene” e più alti per gli altri. Ci sarà un prezzo da pagare per restare nella Zona euro.
Infine, la diversità dell’Unione europea dovrà essere riconosciuta e considerata. L’Unione europea ha bisogno di uno strumento forte di perequazione finanziaria per compensare gli sforzi imposti dall’austerity. Nei mesi che verranno l’Unione europea dovrà accordare la priorità alle sue sfide interne e la convergenza economica fra i paesi membri della Zona euro dovrà procedere a fianco di una solidarietà ritrovata. Questa è la sfida che attende l’Europa in questo nuovo anno.

(Fonte: Le Temps.ch)