La devastante inondazione che da settimane sta sommergendo il nordest dell’Australia, in un’area grande quanto Francia e Germania, ricopre ormai anche le strade di Brisbane, capitale del Queensland e terza città del Paese con due milioni di abitanti. Il centro cittadino è deserto e altre migliaia di persone oggi sono state costrette ad evacuare dai sobborghi meno elevati, mentre la piena del fiume Brisbane raggiungeva i 4,5 metri.

Il fiume è un enorme torrente vorticoso, con automobili, barche, pontoni e altri detriti spazzati via verso il mare, mentre le acque fangose inondano le aree pianeggianti. Il culmine è previsto per l’alba di domani con un livello di circa 5,5 metri, poco più della storica alluvione del 1974 che mise in ginocchio la città. Per domattina si prevede che quasi 20 mila case saranno inondate a Brisbane e altre 3000 a Ipswich (170 mila abitanti), 40 km a ovest. Circa 3600 persone si sono registrate per alloggiare in 57 centri di evacuazione a Brisbane e a Ipswich.
Il bilancio delle vittime accertate degli ultimi giorni è salito a 12, dopo il rinvenimento di due corpi nella valle del Lockyer a monte di Brisbane, dove uno ‘tsunami internò aveva sommerso la cittadina di Toowoomba e centri isolati. Sono ora almeno 22 le persone uccise dal maltempo dalla fine di novembre mentre circa 50 risultano ancora disperse. Una pausa del maltempo ha permesso oggi di avviare le operazioni di ricerca e soccorso con il supporto di elicotteri militari nella valle del Lockyer, dove si prevede di trovare altre vittime.
Si moltiplicano intanto le offerte di aiuto da ogni parte del mondo, dall’Indonesia agli Usa, dall’Europa ai Paesi africani. “Siamo inondati da espressioni di sostegno da tutto il mondo, di offerte di assistenza materiale”, ha detto oggi il ministro degli Esteri Kevin Rudd.