Con 12 si’ e 3 no la Consulta ha rilevato questione di illegittimità sul comma 4 dell’articolo 1 (relativo all’impedimento continuativo) e, in parte, l’incostituzionalità del comma 3 nella parte in cui il legittimo impedimento non può essere valutato dal giudice.
In altre parole i magistrati devono poter valutare realmente se sussistano motivi di legittimo impedimento.

Il comunicato della Consulta:
“La Corte costituzionale, giudicando delle questioni di legittimità costituzionale relative alla legge n. 51 del 2010, in materia di impedimento a comparire in udienza del Presidente del Consiglio dei ministri, ha deciso quanto segue:

-E’ illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Costituzione, l’art. 1, comma 4, relativo all’ipotesi di impedimento continuativo e attestato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri;
– E’ illegittimo, per violazione degli artt. 3 e 138 della Cost., l’art. 1, comma 3, nella parte in cui non prevede che il giudice valuti in concreto, a norma dell’art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale, l’impedimento addotto;
– Non sono fondate le questioni di legittimità costituzionale relative all’art. 1, comma 1, in quanto tale disposizione venga interpretata in conformità con l’art. 420-ter, comma 1, del codice di procedura penale;
-Sono inammissibili le ulteriori questioni di legittimità costituzionale, relative alle disposizioni di cui all’art. 1, commi 2, 5 e 6, e all’art. 2”.

I legali del premier Berlusconi: “La Consulta ha equivocato”

I parlamentari del Pdl e legali di Berlusconi, Avv Niccolò Ghedini e Piero Longo commentano la sentenza della Consulta affermando:
“La legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace e ciò è motivo evidente di soddisfazione. Nell’intervenire su modalità attuative la Corte Costituzionale sembra avere equivocato la natura e la effettiva portata di una norma posta a maggior tutela del diritto di difesa e soprattutto della possibilità di esercitare serenamente l’attività di governo, non considerando la oggettiva impossibilità, come dimostrato dagli atti, di ottenere quella leale collaborazione istituzionale già indicata dalla corte stessa, con una autorità giudiziaria che ha addirittura disconosciuto legittimità di impedimento ad un consiglio dei ministri. Comunque le sentenze della corte debbono essere ovviamente rispettate e sarà possibile comprenderne la reale portata nella pratica attuazione soltanto dopo aver letto la motivazione”.

Esulta il PD.
Anna Finocchiaro presidente del gruppo del Pd al Senato
“Non c’era bisogno di essere né cattivi né comunisti per capire che la legge sul legittimo impedimento sarebbe stata, come sembra emergere dalla lettura delle prime agenzie sulla sentenza della Consulta, sostanzialmente bocciata. La Consulta ha infatti bocciato l’automatismo disposto dalla legge e la certificazione di Palazzo Chigi e ha rimesso ai giudici la valutazione relativa al rinvio dell’udienza per contemperare le esigenze della giurisdizione con quelle dell’esercizio del diritto di difesa e della tutela della funzione di governo. Mi sembra chiaro che a saltare è l’impianto complessivo della legge. Cosa succederà sul piano politico ora? Non so, certo mi aspetto dal premier e dai suoi consiglieri qualche reazione sopra le righe”.

Il coordinatore Pdl Sandro Bondi
“Rovesciato l’ordine democratico. Oggi la Consulta ha stabilito la superiorità dell’ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all’esercizio della responsabilità politica e istituzionale. Siamo di fronte al rovesciamento dei cardini non solo della nostra Costituzione, ma dei principi fondamentali di ogni ordine democratico”.