Bruxelles ha espresso la sua ferma condanna sulla fabbrica di alluminio di Ajka, in Ungheria, per l’incidente avvenuto lo scorso 4 ottobre, quando il cedimento di un enorme serbatoio per la decantazione dei fanghi aveva riversato nella regione 700mila metri cubi di fanghi rossi altamente alcalini.

L’incidente aveva causato la morte di 10 persone, il ferimento di altre 150 e una catastrofe ambientale ancora oggi difficile da definire. Ampi tratti di campagna e terreni agricoli sono stati resi sterili dalla massa alcalina dei fanghi rossi. Nel Torna e nel Marcal, i due fiumi nella zona del disastro, erano state versate tonnellate di gesso per evitare che l’ondata di fango potesse giungere sino al Danubio e agli altri corsi d’acqua dell’Ungheria.

“Consideriamo – ha dichiarato Joe Hennon, portavoce della Commissione Europea – che al tempo dei permessi per la concessione, la produzione della fabbrica sia stata classificata in modo sbagliato. Era materia pericolosa. Invece non è stata classificata come tale. Valuteremo se avviare una procedura di infrazione.”