In partenza per gli Stati Uniti, il presidente cinese ha rilasciato dichiarazioni alla stampa americana dove ha ammesso che fra i due paesi si ergono questioni sensibili e importanti differenze. Molti i temi che Hu Jintao discuterà con Barack Obama: deficit commerciale, lo yuan, la riforma del sistema finanziario internazionale, la difesa, la Corea del Nord e i diritti dell’uomo.

Dei diritti dell’uomo, tema sensibile per quanto riguarda la Cina , la Segretaria di Stato Hillary Clinton ne aveva già parlato venerdì scorso, quando aveva chiesto al governo di Pechino di liberare i dissidenti cinesi, fra i quali il premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo.
Senza mezzi termini la Clinton aveva dichiarato che in materia di diritti umani la Cina non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte. Una frase, questa, che membri dell’amministrazione statunitense hanno subito criticato, temendo il peggioramento delle relazioni con il governo cinese.

Il deficit dello yuan è una spina nel fianco degli Stati Uniti. Lo scorso anno la moneta cinese era stata deprezzata nella misura del 26%. “Distorsioni monetarie che hanno un impatto negativo e ingiusto sul commercio internazionale”, così tre senatori democratici hanno qualificato la politica monetaria di Pechino, presentando un progetto di legge per rispondere con forza a queste “distorsioni”.
Un atteggiamento ostile, quello americano, che non lascia del tutto indifferente il governo cinese, che settimana scorsa ha lasciato intendere che nel 2011 il valore dello yuan potrebbe salire del 5% circa, soprattutto per combattere l’inflazione.

Prima di intraprendere il viaggio a Washington, il presidente cinese aveva comunque definito la sua posizione dichiarando che l’attuale sistema monetario internazionale è un evidente prodotto del passato e ribadendo che la Cina ha contribuito in maniera importante all’economia mondiale in termini di produzione e di scambi totali.
Hu Jintao aveva anche criticato il ruolo dominante del dollaro sul mercato monetario e la Federal Reserve, per la sua decisione, lo scorso novembre, di effettuare una iniezione di liquidità nel mercato da centinaia di miliardi di dollari per sostenere la ripresa degli Stati Uniti.

In tema di difesa, Barack Obama intende chiedere spiegazioni sui progetti militari della Cina, sia per quanto attiene alla sua strategia regionale sia per il suo programma di nuove armi. Le risposte di Hu Jintao sono attese anche dagli alleati asiatici degli Stati Uniti, ossia Giappone e Corea del Sud, preoccupati dalla crescente potenza militare cinese.

Hillary Clinton aveva anche criticato l’atteggiamento di Pechino nei confronti della Corea del Nord, soprattutto il suo rifiuto di condannare gli attacchi nordcoreani, la scorsa primavera, a una nave sud coreana. “Una mancanza di reazione critica da parte della Cina – ha spiegato la Segretaria di Stato – incoraggia le autorità della Corea del Nord a proseguire nel loro intento bellico”.
Hu Jintao non è di questo parere e ritiene che il suo paese abbia dispiegato sufficienti sforzi per calmare la situazione fra le due Coree.