Martedì mattina gli investitori hanno mostrato scetticismo sulla reale e futura capacità da parte dei ministri delle Finanze della Zona euro di concludere un accordo per rafforzare il fondo salva-Stati.

Ieri notte, al termine del vertice Ecofin di Bruxelles i ministri hanno fatto intendere di non avere per il momento alcuna decisione da proporre. Nessuna delle ipotesi discusse in giornata si è rivelata migliore delle altre al punto da poter essere seriamente presa in considerazione.
Per valutare le diverse proposte, i ministri di Germania, Francia, Finlandia, Austria, Lussemburgo e Olanda si sono incontrati prima del vertice in un meeting separato.
La Germania ha mostrato di non avere alcuna fretta di prendere decisioni sul fondo soprattutto dopo che i mercati si sono mostrati più calmi a seguito dei buoni risultati registrati settimana scorsa per le aste di bond portoghesi e spagnoli.

Il Fondo salva-Stati, ossia l’European Financial Stability Facility (Efsf) era stato creato a maggio per raccogliere fondi sul mercato facendo leva sulle garanzie dei governo della zona euro per un importo fino a 440 miliardi di euro. L’importo effettivo che il fondo può prestare è attorno a 250 miliardi di euro.
Grecia e Irlanda vi hanno già fatto ricorso e nel timore che anche Portogallo e Spagna ne abbiano presto bisogno i vertici della Zona euro hanno considerato l’aumento delle risorse del fondo di 260 miliardi.

Una proposta contro la quale si staglia netta la Germania, con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che ieri aveva ribadito che in questa fase non c’è alcun bisogno che il fondo aumenti la sua portata: “Il Portogallo non vuole o non necessita di alcun salvataggio – ha detto Schaeuble – Ci sono fondi a sufficienza per l’Irlanda e il resto sono speculazioni.”

(Fonte: Agenzia Reuters)