L’attività principale dei pediatri è seguire la popolazione in crescita fino all’età adulta, oltre alla disponibilità nel prestare le cure necessarie ai più giovani in caso di bisogno. Un compito che non viene mai svolto dal pediatra solo ma sempre e esclusivamente in rete.

Il pediatra è dunque un tassello del mosaico che affianca il neonato, il bambino, il ragazzo e l’adolescente fino all’inserimento nel mondo degli adulti (del lavoro, della formazione superiore, della vita in senso più lato).
La maglia più importante di questa rete è la famiglia! Vi sono poi altri tessuti ad esempio i servizi di accompagnamento (SCUDO, ABAD per notarne alcuni, con le loro collaboratrici levatrici e/o infermiere pediatriche che affiancano le famiglie nei primi mesi dopo la nascita) la scuola e i suoi collaboratori (i docenti, il Servizio Ortopedagogico Itinerante Cantonale, i docenti di sostegno), i diversi servizi privati e pubblici (le organizzazioni sportive, l’Ufficio Famiglie e Minori) e infine i pediatri. È chiaro che la collaborazione fra le diverse maglie della rete è indispensabile per raggiungere lo scopo: far crescere i nostri futuri cittadini sani e felici!

Il poter collaborare fra le diverse strutture dipende in buona parte dall’informazione, base di ogni coinvolgimento e da punti di incontro fissati nel tempo.
Il neonato viene visto in generale dai servizi ambulatoriali sul territorio nei primi mesi di vita e dal pediatra, a intervalli regolari, nei primi anni di vita almeno fino all’inserimento nella Scuola dell’Infanzia tra i 3 e i 4 anni.
Per entrare all’asilo infatti è necessario presentare un certificato medico, steso durante una visita specialistica dove si valuta lo sviluppo psico-socio-somatico del bambino. Questo rappresenta uno di quei punti di incontro nominati sopra. Punti fissi dunque (perché “obbligatori” cioè previsti dalla legge per l’entrata alla Scuola dell’Infanzia) che permettono di mettere in luce precocemente eventuali problemi siano essi fisici, psicologici, sociali e affrontarli con le giuste misure di sostegno.

Dopo questo “Esame pediatrico obbligatorio” per l’entrata alla SI non sono previsti altri controlli “obbligatori”.
La mia mozione ha proprio questo scopo: chiedere che per l’entrata alla Scuola Elementare si preveda e si chieda un Esame pediatrico obbligatorio.

Questo potrebbe rappresentare grossi vantaggi sia per il ragazzo come ad esempio:
– Occasione privilegiata di dialogo individuale con uno specialista, prima dell’entrata alla scuola
– Prevenzione del sovrappeso, delle dipendenze, della sedentarietà
– Depistaggio della carie, dei problemi di vista e di udito
– Depistaggio dei disturbi del comportamento, disturbi dell’attenzione, situazioni psicosociali a rischio

Potrebbe rappresentare vantaggi per la scuola come ad esempio:
– Ricerca di tutti gli indizi per eventuali disturbi evolutivi specifici dell’apprendimento con un miglioramento e anticipo nella gestione dei casi difficili
– Miglioramento nella gestione delle risorse educative complementari (sostegno) e terapeutiche (psicomotricità, ergoterapia, logopedia)
– Miglioramento del contatto con l’ambiente scolastico e il medico scolastico
– rafforzamento del rapporto tra la famiglia e il resto della rete in una visione profilattica (cioè non quando c’è un problema ma prima)

Non saremmo certo i primi a farlo, perché il Canton Grigioni l’ha introdotta anni fa con buoni risultati.
La copertura finanziaria sarebbe assicurata completamente dalle casse malati, che prevedono in ogni caso un controllo di routine ai 6 anni.
Mi permetto di inoltrare questa Mozione su richiesta e in completo accordo con l’Associazione dei Pediatri della Svizzera Italiana (APSI).

Con la massima stima Paolo Peduzzi