La consigliera federale Doris Leuthard nega che vi sia un legame diretto tra la conclusione dell’accordo con gli USA sulla vertenza UBS da un lato e l’ospitalità offerta a ex prigionieri uiguri di Guantanamo e misure contro una società svedese attiva in Iran in ambito nucleare dall’altro.

Questo presunto legame emerge da due dispacci pubblicati da WikiLeaks resi noti oggi dal quotidiano norvegese “Aftenposten” e dal sito on line del “Tages-Anzeiger” e altri giornali associati. I cablogrammi dell’ambasciata statunitense a Berna sono stati inviati a Washington il 15 ottobre 2008 e il primo luglio 2009. Il primo si riferisce al gruppo svedese Colenco, il secondo ai detenuti di Guantanamo.

“Non vi è alcun legame diretto tra il dossier UBS e l’accoglienza offerta a prigionieri di Guantanamo e neppure con le attività della società Colenco”, ha affermato oggi la Leuthard in una conferenza stampa a Berna.
“Il Consiglio federale aveva già annunciato il 21 gennaio 2009 la propria disponibilità ad accogliere prigionieri di Guantanamo dopo che il presidente USA Barack Obama aveva annunciato la chiusura” della prigione, ha aggiunto la consigliera federale.
La chiusura della Colenco è il risultato di una normale procedura Onu in materia di sanzioni, ha sottolineato la Leuthard. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO), che aveva aperto un procedimento nel 2008, lo ha chiuso nel 2009, comunicandone la conclusione il 30 giugno.
La Leuthard precisa che le questioni menzionate dai dispacci sono effettivamente state discusse, come è normale fare durante dei negoziati per salvaguardare i propri interessi.