Domenica a Tirana sono giunti alcuni ambasciatori europei per discutere della crisi politica che ha colpito il paese ma in Albania la situazione rimane tesa. Venerdì scorso decine di migliaia di persone erano scese nelle strade per chiedere le dimissioni del primo ministro Sali Berisha, accusato di corruzione e di brogli nelle ultime elezioni. Durante la protesta la polizia aveva aperto il fuoco ed ucciso tre persone.

Dopo che la Procura di Tirana ha fatto sapere che nessun mandato d’arresto è stato spiccato per gli agenti che hanno sparato ai manifestanti, il leader del partito socialista Edi Rama, sindaco della capitale albanese e promotore delle proteste contro il governo, ha chiesto ai suoi sostenitori di proseguire la contestazione.

Il premier Berisha, che ha escluso le proprie dimissioni in quanto “eletto democraticamente dal popolo” ha accusato Rama di tentato colpo di Stato.
“Lo scenario prospettato dal leader dell’opposizione era quello di occupare oltre alla sede del governo anche il parlamento e la televisione pubblica – ha detto Berisha in diretta televisiva. Dopo aver garantito che all’opposizione saranno riconosciuti tutti i diritti di protestare pacificamente, il premier ha precisato che “ci sarà tolleranza zero per chi tenta di toccare le istituzioni dello Stato. L’unico responsabile di ogni atto di violenza sarà Edi Rama.”