Periodicamente in Svizzera, uno dei paesi più sicuri al mondo se non il paese più sicuro al mondo, vengono lanciate iniziative di questo genere atte a screditare e ad indebolire le nostre tradizioni ed i nostri valori basati sulla libertà, la fiducia ed appunto la sicurezza. Tutte qualità e prerogative che molti stati ci invidiano e vorrebbero avere nel proprio DNA.

Premesso che noi tutti siamo contro la violenza di qualsiasi genere è chiaro che questa iniziativa, sotto sotto ma praticamente, mira a demolire, oltre che l’esercito, anche la caccia, il tiro sportivo e tutto ciò che ha a che fare con le armi.

Si tratta dunque di una vera iniziativa per il divieto generale di tutte le armi, che tocca la libertà individuale delle persone oneste e responsabili. Sono convinto che chi vuole commettere atti fuori legge e violenti troverà comunque, come già adesso, i canali per procurarsi illegalmente le armi. Si prendono quindi di mira, è proprio il caso di sottolinearlo, le persone sbagliate.

Non si tocca quindi, come si vuol far credere, solo il principio dell’arma d’ordinanza nelle noste abitazioni ma l’iniziativa vuole molto di più: vuole il divieto costituzionale per talune armi, nonché l’introduzione della “clausola del bisogno” per possedere un’arma. In altre parole i cacciatori e i tiratori dovranno sostenere esami psicologici o di altro genere per dimostrarsi idonei e all’altezza di possedere un’arma.

Desolante, per non dire umiliante!

Cacciatori e tiratori, quindi cittadine e cittadini responsabili, verranno praticamente messi sotto tutela e questo inesorabilmente creerà ostacoli tali da scoraggiarli e pian piano segnare la fine delle loro attività.

Senza parlare dei costi, della creazione di nuove leggi e imposizioni e quindi di nuova burocrazia e di nuova carta…!

Non cadiamo nel tranello della falsa sicurezza e non dimentichiamo neppure da dove provengono e dove hanno origine queste pretestuose iniziative.

Votiamo quindi un convinto NO.

Opporsi a questa iniziativa, che non porta maggior sicurezza, vuol dire credere nella nostra libertà, nella difesa delle nostre istituzioni, della nostra cultura e dei nostri costumi.

Luigi Canepa
Deputato PPD al Gran Consiglio