« Membri del governo britannico hanno fornito consulenza giuridica alla Libia per permetterle di ottenere la liberazione del terrorista di Lockerbie Abdelbaset al Meghrai – scrive nella sua edizione odierna il Daily Telegraph, riaprendo le polemiche che già erano sorte nell’estate del 2009 alla liberazione del terrorista libico, rilasciato – si diceva – per motivi umanitari, in quanto gravemente ammalato.

Stando a documenti forniti dal sito WikiLeaks, il colonnello libico Muammar Gheddafi si sarebbe intrattenuto con alcuni funzionari del Foreign Office per discutere il modo di ottenere la liberazione anticipata di al Meghrai.
L’uomo era detenuto in una prigione scozzese per la sua responsabilità nell’attentato che nel dicembre 1988 fece esplodere in volo, sopra la cittadina inglese di Lockerbie, un Boeing 747 della compagnia aerea Pan Am, diretto da Londra a New York, causando la morte di 270 persone.

« Le rivelazioni di WikiLeaks minano seriamente le dichiarazioni del governo britannico, che nel 2009 aveva preteso di essere estraneo alla liberazione di al Meghrai – si legge nell’articolo – Gordon Brown addossava la responsabilità della scarcerazione al governo scozzese. »

L’allora premier inglese Gordon Brown era stato accusato di aver fatto liberare al Meghrai per ottenere da Gheddafi il permesso – per le compagnie petrolifere inglesi – di continuare le trivellazioni petrolifere in Libia. Nell’agosto 2009 il giornale inglese The Guardian aveva pubblicato la dichiarazione di un portavoce della compagnia petrolifera British Petroleum secondo il quale « un accordo con la Libia potrebbe portare alla BP, nel corso dei prossimi 20 anni, entrate per 20 miliardi di dollari. »