Secondo alcuni ricercatori italiani il soggetto del ritratto esposto al Museo del Louvre di Parigi non sarebbe Lisa Gherardini, ma Gian Giacomo Caprotti (1480-1524), giovane allievo e amante di Leonardo Da Vinci (1452-1519).

A sostenere questa tesi è Silvano Vinceti, Presidente del comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici, culturali e ambientali, che proprio recentemente ha individuato il luogo di sepoltura dei resti del grande pittore Caravaggio.
Le analisi digitali hanno fatto scoprire due lettere negli occhi della Monna Lisa: una S, perfettamente coincidente con la grafia del pittore, nell’occhio sinistro della modella, o del modello, (destro per chi guarda) e una L nel destro.
La L rinvierebbe al pittore stesso, ma anche a Lisa Gherardini e la S a Leonardo Salai, al secolo Gian Giancomo Caprotti, il giovane che andò a lavorare da Leonardo a 16 anni, nel 1490 e che ben presto divenne suo amante.

“Leonardo Salai aveva sembianze sono molto femminili – commenta Vinceti – e riconducibili ad altri quadri del pittore che presentano tratti molto somiglianti a quelli della Gioconda.”
La tesi secondo la quale la Monna Lisa sarebbe il ritratto del Salai troverebbe riscontro nella comparazione della figura con altri dipinti di Leonardo come l’Angelo incarnato, la Monna Vanna e il San Giovanni Battista. Colpisce in questi dipinti la somiglianza fra i visi ritratti.
La tesi di Vinceti era già stata avanzata nel 2008 dallo scrittore Gianni Clerici nella sua opera “Una notte con la Gioconda”.

In senso orario: l’Angelo incarnato (1513-1515), il Giovanni Battista (1508-1513) e la Monna Lisa (1503-1514)