Il movimento religioso dei Fratelli musulmani, che di fatto è il principale partito dell’opposizione egiziana, ha annunciato l’avvio di negoziati con il governo e in particolare con il vice presidente Omar Suleiman.

Dopo 13 giorni di proteste e dopo il rifiuto dei manifestanti di liberare l’epicentro delle manifestazioni, la grande piazza Tahrir, ecco dunque intervenire il primo contatto diretto fra il nuovo governo e il movimento che Hosni Mubarak aveva messo al bando nel 1981.
L’entrata in scena ufficiale dei gruppo religioso non è sicuramente una sorpresa, anche se da giorni i vertici del partito ripetevano di non avere nessun interesse a far parte del mondo politico e del nuovo governo.
“Abbiamo chiesto un colloquio per verificare sino a che punto il governo è pronto ad accettare le richieste del popolo – ha spiegato Essam Al Erian, un alto dirigente dei Fratelli musulmani all’agenzia di stampa Reuters – così come vogliamo eliminare le interferenze regionali e straniere nei nostri affari.”

I Fratelli musulmani sono l’unico gruppo all’opposizione ad aver raccolto l’invito al dialogo del vice presidente Suleiman. Tutte le altre formazioni politiche hanno respinto la sua proposta di negoziare in vista della costituzione di un governo d’unione nazionale. Prima di ogni dialogo, hanno ribadito, Hosni Mubarak deve lasciare il potere.