Donald Rumsfeld, Segretario statunitense alla Difesa dal 2001 al 2006 durante l’amministrazione Bush ha pubblicato martedì scorso un libro di memorie « Known and Unknown » ossia « Cose conosciute e sconosciute » .

Il titolo del libro riprende una frase che Rumsfeld aveva detto in un suo discorso dove spiegava la necessità di attaccare l’Iraq e le sue presunte armi di distruzione di massa : « C’è quello che sappiamo e quello che non sappiamo. C’è quello che sappiamo ignorare e quello che non sappiamo di ignorare. »
Nelle sue memorie l’ex capo del Pentagono riconosce, seppur a malincuore, di aver commesso degli errori : l’aver creduto che Saddam Hussein disponesse di armi nucleari, il poco impegno, negli ultimi anni, per trovare Osama Bin Laden e il precipitoso ritiro di buona parte delle truppe dopo l’invasione dell’Iraq. Il grosso della colpa però non lo tiene per sè ma lo distribuisce fra Condoleezza Rice e altri membri dell’amministrazione Bush.

Quello che Rumsfeld vuole fare attraverso le 870 pagine del suo libro è gettare una nuova luce sul malfunzionamento dell’amministrazione Bush e sul disaccordo che esisteva tra il Pentagono e il Dipartimento di Stato.
« Troppa gente aveva voce in capitolo – scrive. Condoleezza Rice, che ricopriva la carica di Consigliere per la Sicurezza nazionale, aveva una formazione accademica che non le forniva le competenze necessarie a ricoprire quella carica e inoltre era troppo fedele al presidente. Le riunioni del Consiglio di Sicurezza erano organizzate male e il lavoro non veniva svolto bene. Nel libro Rumsfeld spiega in dettaglio i suoi contrasti con la Rice al riguardo.

La bugia riguardo all’esistenza in Iraq di armi di distruzione di massa era stata confezionata dalla CIA e dall’allora direttore George Tenet. Rumsfeld ne è convinto e nel suo libro lo scrive, così come scrive la sua opinione, poco lusinghiera, sui generali che dirigevano le operazioni in Iraq e su Paul Bremer, amministratore civile per l’Iraq che lo scavalcava e riferiva direttamente al presidente.
Anche George Bush non ne esce bene : « Mentre il paese si preparava alla guerra contro l’Iraq, George Bush non ha mai cercato di sapere l’opinione degli addetti ai lavori. Non gli interessava sapere se la guerra fosse giusta o meno. »

La guerra in Iraq ha provocato sino ad oggi oltre 4000 morti fra i soldati americani, centinaia di migliaia di vittime fra i civili e i soldati iracheni ed è costata oltre 700 miliardi di dollari.
Rumsfeld è considerato il funzionario più arrogante dell’amministrazione Bush (dopo di lui viene il vice presidente Dick Cheney e al terzo posto c’è lo stesso presidente, George Bush).
Il suo più grande rimpianto è non aver dimissionato dopo lo scandalo della prigione di Abou Ghraib nel 2004 :
« Avrei dovuto andarmene a quel momento, avrei evitato un bel pò di fastidi – ha scritto.
Rumsfeld si era dimesso dalla carica di Segretario alla Difesa nel novembre del 2006, all’indomani della pesante sconfitta dei Repubblicani nelle elezioni di medio termine. L’ex capo della CIA Robert Gates aveva preso il suo posto.