Cartelloni contro le spese inutili e i conflitti di interesse

«Si scrive revoca. Si legge cadrega». È lo slogan della campagna lanciata a Bellinzona contro la revoca del Municipio. I cartelloni, su cui figura una sedia, vogliono attirare l’attenzione del pubblico sui costi della revoca e sul rischio di conflitti di interesse.

L’anno scorso il giornalista Matteo Cheda aveva promosso l’affissione pubblicitaria contro la cementificazione di Pratocarasso e la chiusura della clinica dentaria, due progetti sostenuti dal Municipio e dalla maggioranza del Consiglio comunale, usciti sconfitti dalle urne.
La nuova campagna promossa da Cheda si rivolge invece contro la revoca del Municipio di Bellinzona. I cartelloni appesi in questi giorni per le strade della città la definiscono «una spesa inutile che aiuta i politici affamati di potere».
«A destare i miei sospetti – spiega Cheda – è stata per esempio l’affermazione di un promotore della revoca (il consigliere comunale dei Verdi Michel Venturelli) secondo cui un terzo delle firme sarà raccolto da esponenti dei partiti già presenti in Municipio interessati a sostituire i colleghi. Chi insomma vuole il cadreghino e non ce l’ha, dietro le quinte sostiene la revoca per eliminare la concorrenza».

Dal lato pratico la revoca rischia di aumentare i conflitti di interesse. I quattro municipali con salario fisso, e dunque meno soggetti a tale rischio, hanno annunciato che non si ripresenteranno. Gli altri tre, tutti avvocati, non sembrano invece intenzionati a mollare il seggio. Una situazione problematica anche perché difficilmente i quattro nuovi municipali saranno tutti con salario fisso. C’è il rischio di aumentare il potenziale di conflitto fra l’attività privata dei municipali e il loro ruolo pubblico.
Anche se la revoca dovesse riuscire, per legge i municipali possono ricandidarsi. A tal proposito il presidente del PPD Michele Andina ha annunciato che il suo collega di partito Filippo Gianoni, avvocato specializzato in piani regolatori e capo dicastero pianificazione, si ripresenterà anche se revocato. Ed è proprio il piano regolatore uno dei settori più a rischio di conflitto di interesse, viste le somme milionarie in ballo nel settore immobiliare.

Anche se la legge è rispettata, possono sorgere problemi se i politici percepiscono denaro da imprenditori che traggono vantaggi economici dalle modifiche del piano regolatore.
«Come fa un politico-avvocato a difendere l’interesse pubblico – si domanda Cheda – se privatamente riceve soldi da clienti desiderosi di cementificare il verde urbano? Da un lato si tratta di una prassi ammessa dalla legge. D’altro lato la revoca rischia di spianare la strada a nuovi municipali soggetti a conflitto di interesse nel settore immobiliare».
Due elezioni in pochi mesi causerebbero inoltre costi inutili alla collettività e porterebbero vantaggio ai candidati con più mezzi finanziari a disposizione. Il nuovo Municipio resterebbe in carica per un periodo molto breve.
La revoca rischia quindi di trasformarsi in un costoso boomerang che aggrava i problemi invece di risolverli, aumenta i conflitti di interesse e porta acqua a chi vuol distruggere il verde urbano a scopo di lucro.