Noi lo sappiamo bene quanto fumo esce dall’inceneritore di Giubiasco, e non è solo vapore acqueo! Lunedì, 21 febbraio, i parlamentari da noi eletti, decideranno se privarci dell’ultima nostra speranza: quella di ancorare nella legge il divieto di importazione dei rifiuti dall’estero destinati all’inceneritore di Giubiasco. Una proposta dei Verdi.

I nostri eletti avranno la scelta tra un rapporto di maggioranza che propone di non accogliere il divieto oppure un rapporto di minoranza che lo salva.
Che faranno? Penseranno alla nostra salute, alle polveri fini, alle diossine, e alle altre sostanze tossiche emesse dall’inceneritore o si gireranno dall’altra parte?
La maggioranza dei commissari sposa la tesi di un giurista del Cantone e conclude all’impossibilità (sic!) di introdurre un divieto nella legge cantonale perché non è data la competenza cantonale. Cosa significa?
Vi ricordate? Ci hanno sempre assicurato che contro l’importazione di rifiuti ci garantiva l’accordo sottoscritto da ACR e on. Borradori con il Comune di Giubiasco. Ora invece si conclude senza arrossire che l’accordo è carta straccia, e già perché se la competenza non c’è oggi non c’era nemmeno allora.

Nella stessa seduta di lunedì si discuterà anche dell’iniziativa dei Verdi per forzare AET a uscire dall’investimento nella centrale elettrica a carbone di Lünen. E qui, per non accogliere la proposta dei Verdi, si tirano in ballo perdite milionarie che conseguirebbero all’eventuale accoglimento dell’iniziativa. Ma possiamo ancora crederci? C’è un calcolo? Su che base? E’ stato calcolato l’aumento costante e certo del prezzo del carbone e il prezzo dei certificati di CO2 che tra qualche anno si abbatteranno come una mannaia su tutto il mercato tedesco? E i benefici di un investimento in Ticino?
Io non dimentico che l’operazione da 36 milioni di franchi è stata approvata dal parlamento senza che le commissioni e i parlamentari (e scusate se dubito, l’esecutivo?) avessero letto i contratti sottoscritti da AET e perciò non posso credere a chi ora grida : al lupo, al lupo!.

Ormai mi sento San Tommaso, e mi scuso con il povero santo che tiro in ballo in queste banali vicende cantonali. Ma qui si fanno sempre degli strani calcoli. Come quello che si è portato a Berna: danno per l’economia ticinese nell’eventualità della chiusura del San Gottardo senza il raddoppio della galleria, 300 milioni! Che botta!.
Il giorno dopo l’IRE ha smentito la cifra. Campata in aria, hanno detto.
E allora? Come si può ancora fra fiducia a chi ci governa e rappresenta?
Ma lo ammetto, anche se dovessi ricredermi e vedessi le “stigmate”, penserei sempre alle altre , quelle che non si vedono: i nostri polmoni e quelli dei bambini di Lünen. Nessuna cifra potrà comprarne dei nuovi.

Avv. Michela Delcò Petralli, candidata CDS per i Verdi