Quando c’è da sfoggiare la propaganda degna del nazionalismo più sordo e idiota i rappresentanti dell’UDC sono sempre in prima linea, ma quando i veri valori di questo paese vanno realmente difesi ecco che i nostri guardiani della svizzeritudine smettono la maschera dei difensori della Patria e rivelano il loro vero volto.

I fatti di San Gallo hanno tenuto sulle spine tutti coloro che hanno a cuore il destino della lingua di Dante, fino a prova contraria una delle lingue nazionali: l’esecutivo del Cantone aveva infatti elaborato un piano di risparmio che, tra le altre cose, avrebbe comportato la soppressione dell’insegnamento della lingua italiana.
Soltanto l’impegno profuso da un gruppo di cittadini, meritevoli di aver supportato la causa del plurilinguismo svizzero – uno dei veri valori di questo paese – e di aver raccolto firmatari anche in Ticino e nel Grigioni Italiano, ha evitato una picozzata che avrebbe potuto innescare un pericolosissimo effetto domino in tutta la Svizzera, a danno della nostra lingua. A fronte di questa petizione di 6000 firme, il Gran Consiglio sangallese ha optato per un doveroso passo indietro: i partiti di centro si sono allineati alla sinistra ed hanno preso le difese dell’italiano.

Solo 45 membri del legislativo hanno continuato imperterriti nel sostegno alla misura di risparmio, quasi tutti rappresentanti dell’UDC, il partito che si erge teoricamente a difensore delle virtù elvetiche, ma che in pratica – ed è ormai chiaro – concentra tutte le sue forze per la causa delle privatizzazioni indiscriminate, perché le misure di risparmio vengano fatte pagare allo Stato, cioè ai cittadini – il recente caso sanagallese è uno di numerosi esempi – a scapito dei servizi pubblici, della socialità, e anche dei valori svizzeri. Quelli veri.

Janosch Schnider, coordinatore del SISA, studente di italianistica all’Università di Zurigo e candidato al GC per la lista Partito Comunista-MpS