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Un segno dei tempi ed un esercizio democratico responsabile e maturo

Perché tutto questo chiasso in merito al legittimo desiderio dei cittadini di esprimere il loro parere sull’operato del Municipio di Bellinzona? C’è di che stupirsi nel prendere atto di certe reazioni stizzite e decisamente sopra le righe. Quali possono essere le preoccupazioni e i timori dell’Esecutivo che ha amministrato il comune in questi anni? Non voglio per il momento riesumare alcun noioso, sconsolante quanto lungo elenco di, diciamo, “questioni” sul tappeto che altri hanno già fatto o sapranno fare meglio di mé.. Sono cose che conosciamo tutti. E allora perché meravigliarsi? D’altra parte non si tratta di voler mettere nessuno sulla graticola. Il problema è che questa compagine del nostro esecutivo cittadino non riesce a lavorare assieme in modo fattivo e nell’interesse della comunità. Elementi estranei alle loro competenze e alle loro capacità sono purtroppo predominanti nel condizionare negativamente e perniciosamente l’attività dell’esecutivo.

I nostri municipali, presi singolarmente, presentano infatti tutti sulla carta un buon profilo e le migliori intenzioni (alcuni meglio degli altri, inevitabilmente). Tutto ciò viene però a cadere appena si guarda il loro mandato in quanto consesso, gruppo, esecutivo di esponenti politici che sono stati chiamati a lavorare assieme per il bene della comunità. Non possiamo certamente misconoscere tutto ciò. E gli scritti che abbiamo tutti avuto modo di leggere in questi giorni confermano le buone intenzioni e le sacrosante giustificazioni di tutti: il problema cionondimeno rimane. La paralisi delle attività di gestione corrente – e non – del comune, per non dire dei problemi aggiuntivi ed evitabili che gravano sulla nostra amministrazione e su tutti i contribuenti. Allargando il discorso potremmo anche dire che questo è un problema che tocca anche altre amministrazioni comunali, cantonali, non risparmiando neanche il Consiglio Federale. Un fenomeno preoccupante che i cittadini non sono più disposti a subire passivamente, almeno a livello locale, comunale. Cittadini che vogliono dare il loro contributo e il loro giudizio sull’operato dei loro rappresentanti nell’esecutivo; senza dietrologie, personalismi e o interessi partigiani. Infondato è allora l’allarmismo di coloro che sono chiamati in causa.

L’esercizio della democrazia, come in questo caso, è sempre pagante e non può ridursi a mera contabilità, a strumentalizzazioni ideologiche o a personalismi obsoleti.. Ben venga allora questa ritrovata maturità civica e politica di tutti quei cittadini che chiedono di poter esercitare il loro giudizio critico e i loro diritti con cognizione di causa. Con questo loro gesto, con l’affermazione di questa loro volontà ad esserci, tutti loro contribuiranno a segnare la storia del nostro paese ed il loro e nostro futuro. Vorrei, per concludere, rassicurare i nostri municipali e i partiti che hanno chiamato i cittadini alla levata di scudi contro questo esercizio di democrazia: il futuro è nelle vostre mani e nessuno vi toglierà alcun merito, lasciate però ai bellinzonesi la possibilità di esprimere responsabilmente il loro giudizio, senza catastrofismi, formalismi e paternalismi di cui non hanno alcun bisogno.

L’unico nemico da temere, semmai, è l’apatia, il lassismo, il disinteresse per la cosa pubblica che non sono però scontati e non appartengono certamente né a questo virtuoso gruppo di cittadini che hanno voluto dare il via a questa richiesta, né a tutti i bellinzonesi che stanno seguendo con interesse questo importante dibattito che li tocca così da vicino e da oramai troppo tempo. Una nota per terminare. Prima di spedire, lunedi 14 febbraio, questo mio contributo al Corriere del Ticino, non ho potuto evitare di notare il campeggiare in città di costosi cartelloni – sul contenuto dei quali non mi esprimo – voluti da coloro che sembrano non aver apprezzato questa forma di democrazia e di partecipazione della cittadinanza all’esercizio della politica responsabile e attiva. Un vero peccato, questa forma di deriva del dibattito civile.

Dr. med. Orlando Del Don
Candidato UDC al Gran Consiglio