Sono occorse oltre cinque ore di dibattito, a volte anche scadente o forse meglio dire scaduto, al Gran Consiglio ticinese per decidere sull’iniziativa AET senza carbone. Vuoi per l’imminenza elettorale, vuoi per un certo nervosismo ma in questi tre giorni i parlamentari ticinesi (non tutti ovviamente) si sono distinti …per non distinguersi da altre realtà della politica a noi particolarmente vicina.

Tre giorni agitati a Palazzo orsoline....

Auguriamoci che il tutto sia dovuto alla particolarità del clima che stiamo vivendo e si possa tornare presto a discutere in modo forse più costruttivo. In sostanza il parlamento ha deciso di accettare il controprogetto e quindi ai ticinesi saranno chiamati a votare sull’iniziativa dei Verdi “Per un’AET senza carbone” e sul relativo controprogetto elaborato dal PPD.

La proposta di controprogetto è stata accolta da PLRT, PPD, UDC e da un paio di deputati socialisti e leghisti.

Il PPD in un comunicato stampa esprime la sua grande soddisfazione per il voto di oggi al Gran Consiglio ticinese.
Il PPD coglie inoltre l’occasione per distanziarsi con fermezza dai comportamenti tenuti da alcuni deputati negli ultimi 3 giorni di dibattito parlamentare. Il confronto parlamentare tende ormai a fermarsi al livello delle ideologie, delle posizioni preconfezionate, degli slogan e delle provocazioni. Il PPD chiede che si torni al pragmatismo, alla concretezza, alla volontà di esaminare l’oggetto all’ordine del giorno trovando quindi vie percorribili e soluzioni.

Il controprogetto PPD approvato dal Parlamento

Nello specifico, il controprogetto si concentra su tre punti chiave:

1. conferma, come chiede l’iniziativa, in modo chiaro la volontà che AET non investa più in centrali elettriche a carbone.

2. L’uscita dalla centrale di Lünen dovrà avvenire non appena saranno date le condizioni affinché la cessione sia neutra dal punto di vista finanziario, ma comunque al più tardi entro il 2035. In questo senso il controprogetto evita ad AET perdite milionarie.

3. Il controprogetto non si limita a vietare ad AET ulteriori investimenti in centrali a carbone, ma prevede l’obbligo di finanziare una produzione rinnovabile locale, generando ricadute economiche e ambientali positive sul territorio ticinese.

Come ha dichiarato Fabio Regazzi nel suo intervento in Parlamento, “il controprogetto costituisce una soluzione pragmatica che permette di affrontare la sfida energetica dei prossimi anni. L’adozione della nostra proposta scongiura al Cantone un ammanco importante di energia che si delinea verso il 2030, consente di mantenere il nostro standard di vita e assicura alle aziende energia a basso costo. Ma c’è di più: il controprogetto evita di dover acquistare energia elettrica perlopiù di origine nucleare o fossile (carbone o gas), prodotta da centrali più inquinanti della moderna centrale di Lünen”.

I dati parlano chiaro e dimostrano che a livello europeo la produzione di energia da fonti rinnovabili è attualmente di poco superiore al 10%, mentre l’obiettivo per il 2020 (molto ambizioso!) è di passare al 20%! A questo proposito Regazzi ha invitato tutti ad un esercizio di sano realismo e evitare di suscitare false aspettative che non potranno essere soddisfatte. Per questo, il controprogetto approvato oggi dal Parlamento prevede la costituzione di un fondo di 150 milioni di franchi da destinare al finanziamento in Ticino del rinnovabile. L’obiettivo della copertura energetica del 100% entro la fine di questo secolo è dunque più vicina grazie alla soluzione del PPD.