Se Zuckerberg fosse nato in Ticino, da chiunque fosse andato a proporre il suo progetto, si sarebbe visto chiudere le porte in faccia. Sfrutto questa citazione per parlare brevemente dei giovani ed i loro sogni. Zuckerberg, l’inventore di Facebook, oggi ha solamente 26 anni. Bill Gates aveva solo 20 anni quando nacque la Microsoft e gettò le basi del proprio impero. Steve Jobs, fondatore di Apple pure.

Si dice spesso che i giovani hanno bisogno di certezze per il futuro. Questo è anche vero, ma ancor prima delle certezze i giovani hanno bisogno di speranze, di obbiettivi, di riferimenti e di sogni. Per un giovane le prospettive e i mezzi per poter cercare di realizzarli sono fondamentali. Quando un giovane si sente senza futuro, vive il presente e si lascia andare. Le certezze del presente sono invece necessità irrinunciabile per gli adulti.
I giovani non hanno niente da perdere, e cosí si buttano, si mettono in gioco, si dedicano interamente ai loro progetti. Quando si diventa grandi poi, subentrano altri fattori che di conseguenza limitano il genio umano. Altre priorità che prepotentemente entrano nella nostra vita, i figli, la famiglia, il lavoro, cose che non si possono assolutamente intaccare. I giovani possono partire, rischiare, lasciare tutto e andare a imparare nuove lingue, scoprire nuovi posti e fare esperienze diverse, oppure perché no, coltivare dei sogni anche nel luogo in cui vive ed é cresciuto. Bisogna quindi credere e investire nel nostro futuro. E per farlo non bastano le belle parole e le guide passo dopo passo. Serve crederci veramente. Quando si legge nei programmi dei diversi partiti il seguente punto: “Aiuto e sostegno all’imprenditorialità giovanile”. Cosa s’intende con esso? Cosa si vuole fare a proposito? Il punto è molto vago!

Per realizzare un’impresa servono sì l’idea e le capacità. Servono pure una corretta pianificazione e una buona istruzione, come serve conoscere il mercato e le regole del gioco. Non sono da negare anche le “conoscenze”, l’intuito e un pizzico di fortuna. Ma ciò che serve soprattutto è la materia prima, senza di quella infatti non si può partire. Senza materia prima anche quella grigia é inutilizzabile. A mettere a in mano ad Einstein un legno, un elastico e un sasso si può ottenere unicamente una fionda e non di certo l’atomica.

Rodolfo Pulino
Candidato al Gran Consiglio
per la Lega dei Ticinesi
www.rodolfopulino.ch