Barack Obama ha firmato una serie di sanzioni contro la Libia, tra cui il congelamento dei beni di Muammar Gheddafi, dei suoi familiari e di membri del regime.
Sono almeno quattro i membri della famiglia del colonnello colpiti dalle sanzioni americane: Ayesha, generale dell’esercito, Khamis, Mutassim, consigliere per la sicurezza nazionale e Sai al Islam. In un comunicato, il presidente americano ha affermato che le violazioni continue dei diritti umani, il trattamento brutale riservato ai libici e le scandalose minacce hanno causato un’ampia condanna della comunita’ internazionale.


Il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunira’ oggi alle 17 ora svizzera al Palazzo di Vetro per votare l’imposizione di sanzioni alla Libia. Il pacchetto, intorno a cui c’e’ l’accordo, prevede embargo sulle armi, congelamento dei beni, limite ai viaggi dei dignitari e un riferimento a eventuali crimini contro l’umanita’. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e’ stato determinato: “perdere altro tempo significa perdere piu’ vite”, ha detto parlando davanti al Consiglio. Lunedi’ Ban incontrera’ il presidente americano Barack Obama.

Intanto, dopo il numero 2 anche l’ambasciatore libico all’Onu, Mohammed Shalgham, ha cambiato ripudiato il regime di Muammar Gheddafi come aveva gia’ fatto il suo vice Ibrahim Dabbashi. La bozza di risoluzione contro la Libia prevede, tra l’altro, assimilazione delle violenze in corso ai “criminini contro l’umanita’”; l’adozione di un embargo alla vendita di armi, il divieto di concedere visti a Muammar Gheddafi e al suo entourage e il congelamento dei beni e dei conti all’estero dei fedelissimi del leader libico. Il documento, che il Consiglio di Sicurezza sta esaminando, prevede anche la possibilita’ di denunciare la Libia alla Corte Penale Internazionale dell’Aja.
Le sei pagine della bozza sono state messe a punto da Francia e Gran Bretagna: la maggior parte del 15 membri dovra’ riferire ai propri governi il contenuto del provvedimento prima che venga messo ai voti.

In serata Seif al islam, il secondogenito di Muammar Gheddafi ha annunciato che all’esercito e’ stato ordinato di fermarsi per poter avviare negoziati con i “ribelli”. Seif sperare in un accordo pacifico immediato. Seif, parlando in inglese con alcunin giornalisti, ha riferito di battaglie in due citta’ occidentali: “A Misrata e Zawiya, abbiamo dei problemi. Stiamo cercando di trovare un accordo con i terroristi. L’esercito ha deciso di non attaccarli per dare loro una chance per negoziare. Auspichiamo che si possa farlo pacificamente domani”, ha concluso il secondogenito del colonnello Intanto, le evacuazioni dei cittadini italiani da Tripoli “sono terminate”. Lo ha assicurato l’inviato dell’Unita’ di crisi Nicola Minasi. “Restano alcuni gruppi di connazionali” fuori dalla capitale, “con cui siamo in contatto”, ha dettoMinasi, spiegando che “oggi siamo riusciti a far decollare da Tripoli un C-130 con una quarantina di italiani a bordo e qualche cittadino europeo”. La situazioni piu’ critica, ha detto Minasi, si vive ad Amal, dove si trova un gruppo di 25 italiani “che non abbiamo potuto evacuare perche’ non e’ stato concesso il permesso di atterrare al C-130 che avevamo inviato”.

Ieri, a sorpresa, il leader libico aveva arringato la folla nella piazza Verde a Tripoli esortandola a prepararsi a combattere per difendere la Libia e le sue risorse petrolifere. Per questo il leader libico ha annunciato che saranno aperti i depositi di armi che saranno a disposizione del popolo. Gheddafi parlava dall’alto della piazza Verde, da una sorta di fortino, inneggiando: “Il popolo che mi ama”. Il Colonnello ha promesso che “combatteremo i nemici se loro lo vorranno” perche’ “siamo pronti a trionfare sul nemico”.

“Lotteremo fino alla morte per la Libia, La rivoluzione ha reso la Libia il leader del terzo mondo, vi chiedo di cantare ballare e gioire”. Ha detto Gheddafi. Il leader libico ha ripetuto la sua invettiva anti-italiana: “E la rivoluzione ad aver piegato il regno d’Italia in Libia, non dimenticatelo.Sconfiggeremo tutti, come lo abbiamo gia’ fatto in passato”. (AGI)