L’atmosfera carnascialesca gioca brutti scherzi.
Si apprende ora che il Consiglio di Stato ginevrino sarebbe intenzionato, a seguito delle azioni di protesta sindacale in atto all’interno della locale polizia cantonale, a chiedere al Ticino di inviare agenti di rinforzo a Ginevra per garantire la sicurezza (?) del salone dell’automobile.

Ora, se il Consiglio di Stato ginevrino, rispettivamente la comandante della Polizia cantonale, non sono in grado di gestire il corpo, ne siamo dispiaciuti per i cittadini del Cantone romando, ma non possiamo farci nulla; in particolare non possiamo farci carico delle conseguenze di questa incapacità.

E’ assolutamente impensabile, vedi inconcepibile, soprattutto nella contingenza attuale – epidemia di rapine nel Mendrisiotto – pensare che il Ticino possa privarsi di agenti, indispensabili per pattugliare il nostro territorio, per mandarli a fare gli uscieri al salone dell’auto di Ginevra e tutto “per i begli occhi” del governo ginevrino.

Osiamo sperare che il Consiglio di Stato di Ginevra dimostri sufficiente lungimiranza per evitare il “faux pas” di una richiesta di tal genere, che sarebbe assolutamente fuori luogo, ed imbarazzante per chi la formula, ancora prima che per chi la riceve.

Nel caso tuttavia ciò non dovesse accadere, diffidiamo il Consiglio di Stato ticinese, ed in primis il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Luigi Pedrazzini, dall’accondiscendere ad una richiesta di questo tipo: tutti i poliziotti ticinesi sono necessari in Ticino, e non ci si può privare nemmeno di un’unità.

Osiamo altresì sperare che siano state richiamate le guardie di confine ticinesi che vengono inviate a supporto dei colleghi ginevrini.

Quanto alla richiesta alla Confederazione, annunciata sempre da Pedrazzini, di maggiori uomini per il Corpo guardie di confine, fatta naturalmente dopo che per poco, a seguito dell’ennesima rapina, a Chiasso non c’è scappato il morto, e a ridosso delle elezioni cantonali, essa è sì doverosa, ma a dir poco tardiva.

La Lega non può quindi che deplorare lo sciacallaggio elettorale del PPD, da molti anni titolare del Dipartimento delle Istituzioni. PPD che, dopo aver votato e fatto votare gli accordi internazionali che hanno ridotto le nostre frontiere a dei colabrodo, dopo aver negato ad oltranza, anche in tempi recentissimi, l’esistenza in Ticino di un grave problema di criminalità d’importazione, adesso, ovviamente solo in funzione elettorale, cambia bandiera, e tenta goffamente di cavalcare i temi leghisti, quando i buoi sono già fuori dalla stalla.

La Lega dei Ticinesi confida che i cittadini sapranno riconoscere e valutare per quello che è l’improvvido sciacallaggio elettorale del PPD.

Lega dei Ticinesi