Il Segretario alla difesa statunitense Robert Gates ha confermato che il Pentagono sta muovendo tre navi corrazzate nel Mediterraneo, al largo delle coste della Libia.
Si tratta della nave d’assalto portaelicotteri USS Kearsarge, dell’unità di rifornimento e trasporto USS Ponce e del cacciatorpediniere Uss Barry. Navi con mezzi da sbarco e d’assalto, elicotteri, mezzi anfibi e con a bordo centinaia di soldati.
Manovre che fanno seguito alle “strane” dichiarazioni della Casa Bianca che ieri parlava di un intervento in Libia “per scopi umanitari e per l’evacuazione di persone.” Dichiarazioni “strane” anche perchè Washington sa bene che per intervenire in un paese per scopi umanitari è necessario avere l’autorizzazione del capo dello Stato. Difficile immaginare che Gheddafi rilasci un simile permesso.
Gates ha confermato che in attesa di istruzioni vi sono altre due navi, la portaerei USS Enterprise, che al momento si trova nel Mar Rosso al largo di Aden e la USS Vinson, ancorata nelle acque del Bahrein.

Se gli Stati Uniti intendono operare un qualche attacco militare contro la Libia, di sicuro si scontrerebbero contro le sanzioni decretate sabato dalle Nazioni Unite, che non citano il permesso di ricorrere all’uso della forza. Un intervento di forza che non trova unita la Nato, nemmeno per proteggere i ribelli dalle forze armate di Gheddafi.
La Libia diventerà il prossimo grattacapo degli Stati Uniti? Barack Obama sa che una spedizione militare in Libia significherebbe togliere fondi e mezzi da altri campi, ad esempio dall’Afghanistan e dall’Iraq. Inoltre, l’idea di spostare nel Mediterraneo la Quinta Flotta, di cui fa parte la USS Vinson, non è strategicamente vincente, in quanto significherebbe allentare la presa nel Golfo e soprattutto sull’Iran.
Per come stanno le cose la Libia non sembra certo essere una priorità. Non è dunque chiaro cosa vi sia dietro alle manovre che si stanno svolgendo nelle acque del Mediterraneo.

Quel che invece è chiaro è che la Libia è vicina all’Europa: le navi da guerra statunitensi che si stanno disponendo al largo delle coste libiche di fatto si dispongono al largo delle coste europee. Una vicinanza che dovrebbe preoccupare, visto il caos e la distruzione che gli americani hanno portato, ad esempio, in Medio Oriente.
Una visione forzata della situazione? Forse, ma quando si tratta di Stati Uniti è meglio essere aperti a ogni possibilità.