Fino a due anni fa era necessario ottenere un incarico nelle scuole medio superiori (MS) per poter seguire un’abilitazione all’insegnamento, si faceva quindi un’abilitazione en emploi. Da due anni a questa parte per essere ammessi al concorso per l’assunzione di docenti delle MS è necessario avere già conseguito l’abilitazione all’insegnamento in questo ordine di scuola. Da quel momento il DECS non ammette piú abilitazioni en emploi, per cui non si può neppure insegnare nell’ordine di scuola per cui si vuol essere abilitati.

Il DECS non ha previsto nessun periodo di transizione nel passaggio da un sistema all’altro, quindi chi prima non poteva abilitarsi perché non aveva l’impiego, ora non può avere l’impiego perché non è abilitato. Solo chi può fare un’abilitazione a tempo pieno presso il DFA (un anno per le MS) – oppure chi ha ottenuto un’abilitazione fuori dai confini cantonali o nazionali – può ora ottenere un impiego.

Un’abilitazione a tempo pieno significa non lavorare per un anno, ma questo non è il problema principale. Il problema principale, infatti, è che il DFA, formalmente scoporato ma in realtà sempre dipendente dal DECS tramite la SUPSI, organizza abilitazioni solo per poche materie, quest’anno francese, chimica, fisica; ciò secondo un principio di un “fabbisogno” indicato dal DECS. Abilitazioni per il latino, il greco o perfino per l’italiano o qualsiasi altra materia non sono previste.

In Italia l’abilitazione all’insegnamento, fino alle riforme del ministro Gelmini che l’ha abolita, abilitava contemporaneamente per cinque materie ginnasiali o tre liceali, cioè latino, greco e italiano. Quindi i candidati italiani sono fortemente avvantaggiati possedendo più abilitazioni conseguite in blocco e, dato che le ultime riforme ne hanno lasciati molti senza lavoro, premono alle porte delle scuole ticinesi.

Fino a quando il Ticino non ha ratificato la convenzione con la CDPE (Conferenza dei Direttori della Pubblica Educazione), qualche anno addietro, il Cantone non era vincolato da obblighi di reciprocità nel riconoscimento delle abilitazioni all’insegnamento. Ora il Cantone è tenuto a riconoscere le abilitazioni inserite nella convenzione della CDPE, che comprendono anche le abilitazioni estere, ma non per esempio quelle del Canton Zurigo che non ha ratificato la convenzione.

Non è previsto neppure un coordinamento con le scuole pedagogiche di altri Cantoni per consentire ai docenti ticinesi di SMe di abilitarsi per le MS, soluzione questa che sarebbe comunque praticabile solo con grandi sacrifici: rinuncia ad una parte del proprio incarico, trasferta per uno o piú giorni alla settimana oltr’alpe a proprie spese, difficoltà di ottenere da parte delle direzioni scolastiche i giorni liberi necessari (le direzioni hanno sempre motivi di orario che impediscono di concedere giorni liberi anche a chi non lavora al 100%).

In conclusione il nuovo regolamento per l’assunzione di docenti nelle MS impedisce agli insegnanti delle SMe di essere ammessi al concorso poiché non prevede nessuna possibiltà di abilitazione al di fuori delle pochissime materie indicate dal DFA. L’impedimento è interno, persone con ottimi titoli di studio ed esperienza pluriennale nell’insegnamento sono meccanicamente escluse dalla possibilità di un avanzamento, possibilità largamente concessa a chiunque venga da fuori.

Richiesta della mozione
I sottoscritti chiedono che il lodevole Consiglio di Stato voglia approntare le modifiche del regolamento di assunzione oppure attuare le necessarie misure per superare questa situazione.

Sergio Savoia
Greta Gysin
Francesco Maggi