Gli eventi in corso nell’Africa nord-orientale sono sotto gli occhi di tutti. Migliaia di persone premono sulle frontiere interne fra le varie nazioni nordafricane – in particolare Tunisia, Egitto, Libia – per sfuggire alla repressione o addirittura alla guerra civile. Questo flusso di migranti, che difficilmente può essere assorbito, per ragioni che sono sotto gli occhi di tutti, dalle nazioni coinvolte, può facilmente indirizzarsi verso la via del Mediterraneo e cercare sfogo sulle coste delle nazioni confinanti, Italia in primis ma anche Francia. Conseguentemente il flusso di persone che fuggono dalla regione di crisi potrebbe presto arrivare alle nostre frontiere nazionali e in primo luogo alle frontiere ticinesi che sono le meno controllabili.

Alla luce di questa situazione il PLRS ha elaborato una presa di posizione, sulla scorta del quale il Gruppo liberale radicale alle Camere ha già indirizzato un’interpellanza urgente al Consiglio federale con una serie di 8 domande, che vanno dalla richiesta di una risposta di tipo progressivo al problema, prima sul posto, poi applicando il trattato di Dublino e solo in ultima istanza mediante strutture d’accoglienza nella Svizzera, fino alla messa a disposizione di rifugi dell’Esercito per ridurre l’attribuzione di eventuali rifugiati o richiedenti l’asilo ai cantoni e ai comuni.

Nella sua presa di posizione il PLRS ritiene che migranti in provenienza da Egitto e Tunisia giunti fino nella Svizzera debbano essere considerati rifugiati economici e dunque rinviati subito al loro paese, applicando rigidamente gli accordi di Schengen/Dublino, mentre per i libici, il cui paese è oramai in guerra civile, valga il principio del non respingimento, nel rispetto delle tradizioni umanitarie svizzere.

Per non respingere i rifugiati libici, che potrebbero essere in gran numero e creare situazioni caotiche soprattutto nel nostro Cantone, e per ospitarli fino al momento in cui, cessato il pericolo, possano rientrare nel loro paese, il PLRS chiede un’adeguata preparazione, per esempio attraverso la messa a disposizione delle infrastrutture dell’esercito.

Tenuto conto delle preoccupazioni manifestate sul piano svizzero dal PLRS, che riguardano soprattutto il nostro Cantone, avvalendomi delle facoltà di legge, formulo i seguenti interrogativi.

1. Ritiene il Consiglio di Stato che la valutazione del PLRS circa la possibilità di una situazione di emergenza, che toccherebbe soprattutto al Ticino, nell’afflusso di rifugiati dall’Africa del nord, sia da condividere?
2. Se così fosse, sono già state verificate dal CdS o esso intende verificare presso le Autorità federali le misure previste dalla Confederazione nel nostro Cantone per far fronte alla situazione di emergenza?
3. Ritiene il CdS che l’attuale piano di distribuzione di rifugiati sui cantoni e sui comuni sia in grado di far fronte a un afflusso notevole nel Ticino di rifugiati dal Nordafrica?
4. Non ritiene opportuno il CdS un intervento presso le Autorità federali per sollecitare la preparazione e la messa a disposizione di infrastrutture dell’esercito non solo nel Ticino ma in tutta la Svizzera per fronteggiare un afflusso incontrollato di rifugiati?

Christian Vitta