Muammar Qaddafi, the Libyan chief of state, attends the 12th African Union Summit in Addis Ababa, Ethiopia, Feb. 2, 2009. Qaddafi was elected chairman of the organization. (U.S. Navy photo by Mass Communication Specialist 2nd Class Jesse B. Awalt/Released)

Il quartier generale di Muammar Gheddafi si trova nel centro di Tripoli. Per raggiungerlo si devono oltrepassare quattro sbarramenti sorvegliati da soldati armati di mitra, diversi pick up muniti di cannoni anti aerei, muri in beton. Gheddafi vive da settimane nelle diverse tende disseminate nel quartier generale.
Ogni giorno e ogni notte il colonnello si sposta da una tenda all’altra, per motivi di sicurezza. Vive rinchiuso nel suo bunker, all’interno di un cerchio di soldati e mezzi corrazzati, saltellando da una tenda all’altra con la paura di essere ucciso. Per combattere questa paura mostra arroganza e sicurezza, si atteggia a Re dei Re d’Africa, un titolo che si era attribuito lui stesso tre anni fa, durante un summit dei paesi africani.

Sabato 5 marzo Gheddafi ha concesso un’intervista in esclusiva a due giornalisti del Journal du Dimanche.
Il colonnello parla in arabo e rifiuta di esprimersi in inglese, una novità che ha adottato da quando è giunta notizia che due navi da guerra statunitensi si sono posizionate a 50 miglia dalle coste della Libia e lì aspettano. Cosa aspettino ancora non è chiaro ma senz’altro lo si scoprirà quanto prima.

Con i giornalisti Gheddafi si mostra cordiale, calmo e altezzoso, sicuro di sè e inflessibile. Non un accenno all’autocritica. L’analisi della situazione che presenta ai due giornlisti è semplice : la Libia e il suo regime sono vittime di un attacco in piena regola da parte di al Qaeda.
“L’Occidente ha la scelta fra me e il caos dei terroristi – spiega. Prima di lui anche il tunisino Ben Ali e l’egiziano Moubarak hanno tentato questa carta, ma Gheddafi lo fa in maniera più incisiva e minacciosa, promettendo che se lui cadrà l’Occidente piomberà nel buio del Medioevo: “Se voi europei non aiuterete la Libia avrete al Qaeda alle porte del Mediterraneo, a 50 chilometri dalle vostre frontiere.”

Isolato sulla scena mondiale, minacciato di morte politica da parte dell’Occidente e di morte tout court da buona parte del suo popolo, Gheddafi non si arrende. Dice di aver scelto di accordare l’intervista ad un giornale francese perchè da parte della Francia si aspetta molto, in quanto gli interessi economici francesi in Libia sono considerevoli (avrebbe potuto dire la stessa cosa dell’Italia ma non lo ha fatto).

In segno di buona fede propone alla diplomazia francese di guidare una commissione d’inchiesta e promette che darà la sua piena collaborazione : « Chiedo l’intervento di questa commissione perchè so che smentirà tutte le accuse nei miei confronti – dichiara.

Gheddafi ha anche parlato dei tre soldati olandesi catturati negli scorsi giorni mentre cercavano di evacuare dal paese due loro connazionali: “Abbiamo catturato un elicottero olandese – ha detto – era atterrato in Libia senza aver ricevuto alcuna autorizzazione a farlo.”
Al giornalista che gli ha chiesto se questi tre militari sono considerati prigionieri di guerra, Gheddafi ha risposto “sì ed è normale che sia così.”
“So che i rivoltosi di Bengasi tengono contatti semi-ufficiali con personalità britanniche e di altri paesi europei – ha poi aggiunto.

Venerdì sera nel centro di Tripoli almeno 5000 persone avevano manifestato il loro sostegno a Gheddafi. Se sia stata una manifestazione spontanea oppure pilotata dal regime non è chiaro. Durante il pomeriggio all’esterno di diverse moschee della capitale vi erano stati degli scontri con gli oppositori al governo. Per ora Tripoli resiste e i suoi abitanti riescono a vivere e a lavorare in un’atmosfera più o meno normale. All’esterno della capitale però le truppe dei rivoltosi si avvicinano. Gheddafi può contare sull’appoggio di molti soldati e manda gli aerei a bombardare i ribelli.