Secondo il rapporto OMS Europa 2010, e secondo il risultato della conferenza mondiale safety 2010 tenutasi a Londra dal 21 al 24 settembre 2010, in Europa ogni giorno muoiono 40 giovani, e 15 mila in un anno a causa della violenza; essa rappresenta la terza causa di morte tra i giovani.
A chi dovremmo responsabilizzare quello che sta accadendo nella nostra società in fatto di violenza giovanile? O tutti noi dovremmo essere responsabilizzati?

Giornali, mass media, cinema e rete internet tutti i giorni portano notizie di episodi di violenza commessi da giovani irresponsabili, nervosi e violenti; sono queste le caratteristiche notevoli di questi giovani protagonisti alla violenza fisica (calci, schiaffi e pugni che lasciano un segno visibile sul corpo) e psicologica (l’umiliazione, gli insulti, le minacce e i pedinamenti ),violenza frequente tra i maschi ma in aumento anche tra le femmine, che non si ferma davanti a nessuno, polizia compresa. Un problema che sta crescendo e che non si può più ignorare o evitare.

Famiglia, scuola e società, vogliamo tutti cercare qualcuno a cui dare la colpa o la responsabilità di tutto ciò. Scuola e insegnanti sono sempre più limitati, famiglie sempre più protette, genitori che non hanno più tempo per i figli e li lasciano fare quello che gli pare; società di cui tutti noi, famiglie, scuole e stato facciamo parte, che cosa sta succedendo? In che direzione stiamo andando? Dove stiamo finendo? Domande giuste della gente alla ricerca di risposte concrete e corrette. Molti giovani di oggi sono indisciplinati per la mancanza di principi e valori sani con i quali questi giovani possono orientarsi secondo il cambiamento veloce della nostra società; questi principi logicamente dovrebbero essere trasmessi dalla famiglia o piuttosto dai genitori in primo grado, genitori che spesso sono poco presenti nella vita dei propri figli, di conseguenza ai ragazzi e alle ragazze viene a mancare un importante punto di riferimento, quindi gli mancano i valori e le basi con i quali possono costruire la loro identità e la loro personalità.

Lo squilibrio economico e la seguente povertà possono creare un terreno pronto per violenza e criminalità, inoltre non possiamo negare che l’immigrazione ha influenzato questo problema, certe famiglie immigrate si sono trovate nei loro paesi di origine di fronte a situazioni difficili (guerre,conflitti etnici, problemi di società ecc..) e quindi queste situazioni particolari hanno lasciato un segno che ha indurito la personalità di queste persone, a causa di questo fatto ne ha risentito anche l’educazione che hanno dato ai loro figli, o la tradizione di certi popoli che il maschio deve essere forte e deve rispondere sempre con la forza come un segno di virilità.

Noi tutti facciamo parte di questa società, ed i giovani sono lo specchio della nostra società o piuttosto la nostra realtà, quindi ogni sviluppo, sia negativo sia positivo, rispecchia automaticamente sul comportamento dei nostri giovani. Però non vuol dire che noi deresponsabilizziamo questi ragazzi del loro comportamento violento, perché anche loro devono essere consapevoli di quello che fanno altrimenti è molto facile deresponsabilizzare e dare la colpa agli altri. La nostra società è diventata molto complessa e problematica, e l’educazione fa diretta proporzione con la società, per dare un’educazione giusta e per avere una generazione responsabile che si assumi la propria responsabilità, dobbiamo cominciare da noi stessi a cambiare, costruire ed insegnare i valori famigliari giusti.

La scuola si trova davanti ad un’altra realtà, questa realtà si manifesta davanti a dei ragazzi violenti e difficili. Trovare una soluzione o un ruolo educativo importante nel campo scolastico resta sempre molto difficile con questi ragazzi, però con l’aiuto genitoriale e quello statale possiamo dare ancora più forza alla scuola per fare un ruolo importante nell’ educazione giovanile.

Quindi direi che la famiglia, la scuola e lo stato devono collaborare ancora di più insieme per trovare soluzioni, sensibilizzare i giovani, educarli bene. A questi ragazzi dobbiamo cercare di dare una mano, facendo in modo che non prendano d’esempio certi film violenti, e soprattutto evitare che li imitino, facciamoli fare un’attività sportiva, dobbiamo dar loro più lezioni d’educazione, rispetto e amore sia in famiglia sia a scuola, o se è il caso creare programmi televisivi che aiutino a sensibilizzarli, dare una mano e stare vicino ai genitori che hanno difficoltà ad educarli. Infine, si può raddrizzare l’albero giovane, ma quando l’albero cresce diventa difficile raddrizzarlo.

Ziwamil Kareem candidato del PPD al Gran Consiglio ticinese.