La Grecia è sempre più immersa nella crisi del debito. L’agenzia Moody’s ha abbassato di tre livelli, a B1 da Ba1, la nota di merito sul debito sovrano del paese, lasciandolo sotto osservazione con implicazioni negative.
Il giudizio negativo di Moody’s scaturisce da tre fattori principali: le misure di consolidamento fiscale e le riforme strutturali di cui ha bisogno la Grecia sono ambiziose e dunque soggette a significativi rischi, la Grecia continua ad avere difficoltà nella riscossione delle entrate e inoltre esiste il rischio che il paese non soddisfi i criteri di solvibilità e quindi abbia bisogno di sostegno per diversi anni ancora.
Motivazioni che non hanno convinto il quotidiano greco To Vima, secondo il quale la misura operata dall’agenzia è di un’aggressività tale da meritare che Moody’s compaia di fronte ad un tribunale internazionale.
“La Grecia deve agire seguendo l’esempio degli avvocati spagnoli – si legge nell’articolo – e chiedere miliardi di euro di danni e interessi. E’ ora di agire contro i pirati dei mercati finanziari che attaccano in maniera incontrollata governi e nazioni ignorando gli sforzi della popolazione sottoposta a pesanti sacrifici. Il governo di Atene deve apportare una resistenza fondamentale e chiedere un comportamento corretto da parte degli altri Stati europei, soprattutto da parte delle istituzioni europee che sulla base delle valutazioni delle agenzie di rating legittimano il loro ruolo di avidi pirati.”
Il quotidiano austriaco Die Presse ritiene strano il momento scelto da Moody’s per abbassare la nota di merito sul debito sovrano della Grecia e scrive: “Non c’è nulla di nuovo nelle motivazioni avanzate per giustificare l’operazione. Durante la crisi finanziaria Moody’s e le maggiori agenzie di rating americane sono state incapaci di formulare valutazioni utili, ma malgrado questo il loro parere viene preso molto sul serio e le autorizza ad avere il monopolio delle valutazioni, a decidere quanto i paesi devono versare per pagare il loro debito pubblico.
L’agire discutibile di queste agenzie non cambia però la realtà : la Grecia è praticamente vicina al fallimento. Sarebbe dunque meglio riflettere su possibili soluzioni per aiutare questo Stato membro della Zona euro, invece di perdersi ad ascoltare le agenzie di rating.”
Contro le agenzie di rating si era espressa anche la Banca centrale cinese, che lo scorso 17 febbraio aveva ordinato alle banche cinesi di fare investimenti sulla base di giudizi interni e di ignorare i rating dati da queste agenzie.