Il Cantone Ticino conta quasi 60’000 allievi in ogni ordine di scuola e più di 5’000 docenti. La scuola ticinese è il maggiore cantiere del Paese, costantemente aperto. Sul significato e sul finanziamento della scuola si è già detto molto e di tutto nelle ultime settimane. Meno si è detto sulla nuova identità professionale del docente, oggetto di un rapporto stilato da nove esperti e consegnato al DECS alla fine del 2007.

Da questo studio emergono quattro linee di sviluppo sulle quali il futuro Consiglio di Stato dovrà chinarsi. La prima riguarda la formazione continua dei docenti, che si affiancherà ai corsi di abilitazione organizzati dal DFA (Dipartimento della formazione e dell’apprendimento della SUPSI). La formazione continua implica una responsabilità soggettiva del docente all’interno di un disegno educativo istituzionale collegato con la ricerca scientifica, con la sperimentazione pedagogica e con la pratica riflessiva.

La seconda pista riguarda l’attivazione di reti di riferimento che aiutino il docente a gestire il disagio degli allievi di ogni ordine di scuola. Si prospetta una rete di servizi di accompagnamento e di sostegno in grado di anticipare le difficoltà e di fornire risposte adeguate ai bisogni degli utenti della scuola, fino, nei casi estremi, a quel centro di contenimento, chiesto dalla riuscita iniziativa popolare “Le pacche sulle spalle non bastano” dei giovani del PLRT, che prenda a carico, per un certo periodo, i casi più gravi.

La terza linea concerne l’universo dei rapporti tra scuola e famiglia. Il gruppo di lavoro ha fornito proposte operative per una migliore gestione dei rapporti scuola-famiglia. Si tratta di un punto importante e delicato dove uno sforzo speciale è richiesto, soprattutto in una società multi-culturale come la nostra.
Il quarto punto riguarda le situazioni di stress e burnout (esaurimento) dei docenti che devono essere identificate e gestite con grande prontezza. Il docente ha visto il suo ruolo amplificarsi in questi ultimi anni, fino a divenire anche un ‘operatore sociale’ e un prezioso intermediario tra scuola e famiglia. Ciò gli chiede talvolta più energia di quanta ragionevolmente disponibile. Per questo occorre prevenire e combattere situazioni del genere con efficacia.

Ho già avuto modo di sottolineare che la figura del docente potrebbe essere valorizzata offrendo allo stesso maggiori possibilità di carriera, soprattutto di avanzamento da un grado all’altro con adeguati complementi di formazione, in funzione delle sue capacità ed aspirazioni. Vi è dunque una certezza: nuovi importanti sfide aspettano il nuovo capo del DECS a partire dall’11 aprile di quest’anno.
Christian Vitta
Candidato al Consiglio di Stato per il PLRT
www.vitta.ch