In una riunione tenutasi a Berna, il comitato d’esperti ampliato “Procedura d’asilo e alloggio” si è occupato per la seconda volta della situazione nell’Africa del Nord. Ha constatato che sino ad oggi il numero delle domande di asilo non ha superato di molto la media degli ultimi mesi. Pur non essendo possibile fare previsioni affidabili a causa della situazione incerta nella regione, è probabile un aumento delle domande. La Confederazione e i Cantoni stanno allestendo in stretta collaborazione i preparativi necessari.

Dalla sua ultima seduta a fine febbraio, il comitato d’esperti ha analizzato diversi scenari. È giunto alla conclusione che l’aiuto umanitario nella regione continua a essere di fondamentale importanza. L’aiuto e la cooperazione internazionale devono pertanto essere ulteriormente rafforzati. A tal fine, venerdì scorso il Consiglio federale ha messo a disposizione 12 milioni di franchi. S’intendono così creare le condizioni per agevolare il ritorno delle persone nei loro Paesi di origine.

Come ipotesi di lavoro il comitato d’esperti ritiene plausibili da 200 a 700 domande di asilo supplementari al mese. Su queste cifre la Confederazione e i Cantoni stanno attualmente basando i loro preparativi. Attualmente vi sono in media 1300 domande d’asilo al mese.

La Confederazione s’impegna a prendere le decisioni di asilo in modo rapido e prima della ripartizione dei richiedenti nei Cantoni. I migranti che giungono in Europa per motivi economici devono lasciare la Svizzera il più presto possibile. Ai rifugiati il nostro Paese offre invece protezione. Tutte le domande sono trattate, per quanto possibile, in modo prioritario a tutti i livelli. I posti disponibili nei cinque centri di registrazione e di procedura (CRP) e il relativo personale vengono aumentati. In caso di necessità l’esercito e la protezione civile metteranno a disposizione dei posti nei propri alloggi e locali. Attualmente stanno valutando diverse possibilità.

Sarà inoltre approfondito il dialogo con l’Italia, anche con l’obiettivo di garantire l’esecuzione della procedura Dublino. Sinora l’Italia è stato il principale Paese di approdo dei migranti provenienti dall’Africa del Nord. L’Ufficio federale della migrazione (UFM) valuta le possibilità della Svizzera di sostenere, in caso di necessità, l’Italia al di là dell’intervento di esperti nell’ambito di Frontex.

Infine, in collaborazione con il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), l’UFM intensifica i contatti con i Paesi di provenienza, al fine di migliorare la loro capacità di riaccogliere i migranti.

Il comitato di esperti ampliato continuerà a osservare attentamente la situazione, adattandovi costantemente la pianificazione. Sono previste altre riunioni e l’UFM informerà in merito a tempo debito.