A circa un mese dall’inzio della rivolta contro il regime del colonnello Gheddafi, Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha autorizzato – giovedì notte – l’imposizione della no-fly zone sulla Libia e il conseguente uso della forza contro ogni velivolo libico, o giunto in aiuto del regime di Gheddafi, che sorvolerà il territorio.

Una decisione che non fa l’unanimità (10 voti favorevoli e 5 astenuti, fra i quali Russia e Cina) e presa dopo che Gheddafi ha decretato l’attacco militare alla città di Bengasi, roccaforte del rivoltosi e sede del Consiglio nazionale di transizione.
Dopo l’annuncio delle Nazioni Unite, verso la 1 e 30 di venerdì mattina un folto gruppo di gheddafisti ha fatto irruzione nell’hotel Rixos a Tripoli, il quartiere generale dei giornalisti stranieri, dove il vice ministro degli affari esteri Khaled Kaim stava tenendo una conferenza stampa.
Le forze di sicurezza non hanno fatto nulla per impedire l’invasione, malgrado il Rixos sia pattugliato 24 ore su 24 per garantire l’incolumità dei giornalisti. L’intrusione ha scatenato un notevole scompiglio ma non vi sarebbero stati feriti.

In conferenza stampa, Khaled Kaim ha definito la risoluzione dell’Onu una minaccia per l’unità e la stabilità del paese e un incitamento alla violenza fra il popolo libico. Il vice ministro degli affari esteri ha condannato quello che considera un complotto tra Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti e ha dichiarato che Tripoli è pronta ad accettare un cessate-il-fuoco se questo sarà senza condizioni.