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L’iniziativa mira ad aiutare i ticinesi di tutti i ceti. È giusto concedere degli sgravi ai cittadini, afflitti sempre più dai rincari dei costi della vita, come i premi casse malati, l’olio da riscaldamento e la benzina, soprattutto in un periodo difficile come quello attuale.

È giusto concedere dei benefici a quelle aziende che sono tassate sull’utile in Ticino, per incentivare l’economia locale e incentivare il trasferimento di sedi aziendali nel nostro Cantone. Si tratta di 115 milioni di franchi investiti sui cittadini e sulle persone giuridiche del Ticino. Non si tratta di uno sperpero, di una spesa o di soldi non recuperabili, bensì di una restituzione di maggior poter d’acquisto alle famiglie e imprese con risultati molto importanti a breve/medio termine.

Un’azione volta ad aiutare i ticinesi in grado di ottenere effetti positivi sull’intera economia cantonale. Con gli sgravi i consumi delle persone fisiche verrebbero certamente stimolati, soprattutto nel ceto medio e nei bassi redditi, caratterizzati da una propensione marginale al consumo molto alta: un franco in più a disposizione non viene risparmiato ma viene quasi interamente consumato. Oltre che ad aiutare la gente si aiuterebbe l’economia. A livello delle persone giuridiche, esse potrebbero far fronte ai problemi economici ed alla concorrenza estera grazie alla riduzione dell’aliquota sull’utile e grazie alla rinuncia dell’1.5 per mille d’Imposta sul Capitale. 115 milioni sono una cifra importante. Ma non eccessiva per questo genere di azioni. Per un paragone quantitativo, il preventivo dei conti cantonali per il 2009 prevedeva un risultato d’esercizio della gestione corrente in disavanzo di 76.2 milioni, mentre a consuntivo il risultato è poi stato un avanzo di 8.2 milioni!

85.1 milioni di franchi sono stati quindi ottenuti senza che nessuno se l’aspettasse, da sopravvenienze (19.1 milioni sui gettiti delle persone fisiche e 51.9 milioni sui gettiti delle persone giuridiche), da maggiori entrate dal settore immobiliare (+18.9 milioni di imposte sugli utili immobiliari e +1.2 milioni di tasse d’iscrizione al registro fondiario), dalle imposte di successione e donazione (+5.7 milioni), dalle imposte sul bollo (+3.2 milioni) e da quelle di circolazione (+2.5 milioni). Senza che nessuno lo preventivasse, in un solo anno (il 2009) sono stati incassati 85.1 milioni, cioè il 74% della cifra che noi vorremmo destinare agli sgravi. Il valore di 115 milioni promosso dalla nostra iniziativa non rappresenta poi un aumento del debito pubblico.

I dati più recenti del Dipartimento Federale delle Finanze attribuiscono al Ticino un debito pubblico totale per il 2008 di 1’909 milioni (1.9 miliardi). L’importo annuale degli sgravi proposto corrisponde quindi al 6% del debito pubblico totale cantonale. Se consideriamo il debito effettivo, togliendo i debiti a breve termine o quelli speciali, si scende a 1.4 miliardi per il 2009, con una situazione eccellente. Va chiarito fin da ora che tenendo in considerazione le sopravvenienze sopra citate ed altri fattori, non si registrerà un aumento del debito pubblico di tale dimensione. Qualora la nostra iniziativa incidesse sul livello d’indebitamento, l’effetto sarebbe esiguo e certamente inferiore al 5%. In ogni caso, il nostro debito pubblico cantonale, a livello pro capite, con un valore di circa 5’757 franchi nel 2008, è fra i più bassi in Svizzera, nazione che a sua volta a livello europeo è fra le meno indebitate. Invito quindi i ticinesi a sostenerci in questa battaglia.

Michele Guerra (dottorando in economia)
Candidato al Gran Consiglio Lega dei ticinesi.