Una settimana dopo l’inizio dell’operazione Odyssey Dawn, la situazione in Libia appare ancora lontana da una soluzione. Malgrado la coalizione internazionale accentui la pressione sul colonnello Gheddafi, Parigi ritiene che le operazioni militari dureranno ancora diverse settimane.
E’ difficile oggi riuscire a immaginare cosa succederà nel prossimo futuro, gli eventi possono evolvere rapidamente e in maniera inaspettata : defezioni nei ranghi dell’esercito del colonnello, disfatta di Gheddafi, creazione di una Costituzione, organizzazione di elezioni libere. O nei peggiore dei casi scissione del paese, terrorismo, caos nell’esercito, crisi umanitaria.
Lo scenario migliore, quello auspicato dalla coalizione, è che Gheddafi perda il sostegno dell’esercito, dichiari la fine delle ostilità e accetti la resa.
Se i combattimenti dovessero cessare, o se la coalizione dovesse distruggere in maniera significativa l’arsenale bellico del colonnello, i rivoltosi potrebbero avanzare verso ovest e prendere il controllo delle città oggi controllate da Gheddafi.
E’ comunque un’ipotesi poco probabile : malgrado siano motivati e decisi a combattere sino alla morte, i ribelli non dispongono di mezzi bellici e non hanno una vera formazione militare. Ci si ricorda di come stessero arretrando prima dell’intervento della coalizione.
Si potrebbe anche immaginare che i soldati oggi fedeli al regime disertino i ranghi. Privato del supporto dell’armata, Gheddafi sarebbe obbligato a negoziare e magari a lasciare il potere. Potrebbe anche essere ucciso.
Oggi Gheddafi si trova isolato sul piano diplomatico e su quello economico per le sanzioni applicate (embargo, congelamento dei fondi). Gli resta poco margine di manovra per negoziare una resa a suo favore. Lui lo sa e questo potrebbe spingerlo a provocare qualsiasi scenario.
Non va escluso che per giungere ad una transizione politica la comunità internazionale non esclude la possibilità di negoziare con il regime. In caso di negoziati, il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi diventerebbe l’interlocutore privilegiato, ma dubbi sussistono comunque al suo riguardo. Il Consiglio nazionale è stato riconosciuto unicamente dal governo francese e non vi è chiarezza riguardo alla sua composizione.
Ipotizzando questo scenario si dovrebbe pensare all’organizzazione della stesura di una Costituzione e ad elezioni libere e trasparenti in un paese che al momento risulta privo di qualsiasi struttura economica e politica. Come è accaduto in Egitto si potrebbe indire un referendum costituzionale e promuovere l’intervento di Ong per aiutare il paese.
Queste le ipotesi migliori. Passiamo ora alle ipotesi peggiori.
Gheddafi prosegue l’offensiva per recuperare la totalità del paese o almeno per ristabilire uno status quo che sarebbe comunque disastroso. Se il bagno di sangue fra la popolazione di Bengasi che ha evocato dovesse realizzarsi e se il colonnello dovesse riprendere in mano la situazione non sarà a causa dei ribelli ma a causa della volontà politica della coalizione.
Se gli attacchi di Odyssey Dawn serviranno unicamente a liberare le città dalle truppe lealiste, questo non impedirà in seguito una repressione e una terribile vendetta contro la popolazione. Tutti quelli che avranno partecipato alla rivolta saranno arrestati, torturati e uccisi.
Se Bengasi restasse protetta grazie alla coalizione, Gheddafi potrebbe riprendere il controllo politico sul resto della Libia e il paese verrebbe diviso in due. Con questa divisione il colonnello potrebbe anche convivere, come potrebbe invece decidere di non lasciare in mano agli insorti e ai loro alleati occidentali proprio la Cirenaica, dove si trova la maggior parte dei giacimenti di petrolio del paese.
Fra gli scenari peggiori va messo anche il proseguimento dei combattimenti, con Gheddafi che guadagna terreno e schiaccia i ribelli e la comunità internazionale “obbligata” ad avviare un’operazione militare di terra. Ecco che allora la Libia diventerebbe un nuovo Iraq e questo sarebbe davvero lo scenario peggiore di tutti.
(Fonte : Le Nouvel Observateur.fr)