“Durante un infortunio compensate le ore straordinarie”.
È quanto sostiene AutoPostale. Ma non l’OCST e neppure la Pretura!


L’OCST – in una nota odierna – si rallegra per la sentenza con la quale la Pretura di Lugano ha riconosciuto le legittime richieste presentate a favore di un dipendente e ha condannato AutoPostale Svizzera SA al pagamento di oltre 10’000 franchi.

È l’epilogo – scrive Lorenzo Jelmini – di una triste vicenda che ha visto coinvolto un collaboratore, attivo per quasi 20 anni presso AutoPostale e che due anni orsono, dopo un infortunio, aveva deciso di disdire il contratto di lavoro. Il dipendente, a causa di numerosi compiti affidati dalla direzione, aveva accumulato 220 ore straordinarie e, con la fine del rapporto d’impiego, aveva presentato richiesta d’indennizzo per un corrispettivo di oltre 10’000 franchi.

Le ore straordinarie venivano totalmente riconosciute dal datore di lavoro che tuttavia comunicava di non volerle indennizzare. Secondo AutoPostale queste ore erano da compensare con il periodo d’assenza causato dall’infortunio!
In un secondo tempo, per sostenere meglio questa bizzarra tesi, la direzione di Autopostale decideva pure di contestare i certificati medici (da notare che il collaboratore aveva subito un’operazione!) e lo faceva addirittura quando l’inabilità lavorativa era già terminata e senza consultare alcun medico.


Probabilmente il direttore di AutoPostale è l’unico datore di lavoro in Svizzera in grado di confutare un certificato medico e le perizie effettuate della SUVA pur non avendo alcuna nozione di medicina ed è pure l’unico a ritenere che durante l’infortunio un collaboratore possa recuperare le ore straordinarie.
La giurisprudenza la pensa diversamente e afferma che i datori di lavoro hanno si la facoltà di contestare un certificato medico, ma unicamente tramite la perizia di un altro medico e non sulla base degli umori di un direttore. Non è inoltre possibile, evidentemente, compensare ore straordinarie in un periodo di malattia o infortunio.

A nulla sono valsi i ripetuti solleciti e le proposte di liquidazione inoltrate anche direttamente alla sede centrale di AutoPostale a Berna. E così lo sfortunato collaboratore, tramite l’OCST ha dovuto chiedere l’intervento della Pretura di Lugano che, evidentemente, ha deciso di accogliere le sue giuste pretese e ha condannato Auto Postale Svizzera SA a pagare quanto richiesto dal nostro sindacato.

Grazie all’ottusità del direttore – conclude la nota dell’ OCST – AutoPostale Svizzera SA si è dovuta accollare anche le spese legali. Verranno aumentati i biglietti per compensare queste perdite o le spese sostenute saranno, giustamente, detratte dallo stipendio del direttore?