Intervento di Letizia Fontana, storica e formatrice Associazione Leggere e Scrivere

Secondo un recente studio dell’Ufficio Federale di Statistica, presentato nel mese di novembre del 2010, per gli studenti delle scuole universitarie svizzere conciliare studio e attività remunerata resta il modello più diffuso. Infatti ben il 75% degli studenti svolge delle attività remunerate, parallelamente agli studi. Queste attività, svolte per ragioni finanziarie, in media rapportano agli studenti unicamente il 36% delle risorse di cui necessitano. La famiglia resta dunque la principale fonte di sostegno, garantendo il 55% delle risorse. Se pensiamo che, sempre secondo l’Ufficio federale di Statistica, in media i bisogni annuali di uno studente si elevano a 24’000.-, capiamo rapidamente quanto possa essere difficile, per famiglie con redditi modesti, garantire ad un figlio le condizioni adeguate per il proseguimento degli studi.

Fatte queste premesse non ci deve dunque stupire il fatto che nelle Università e nei Politecnici svizzeri quasi la metà degli studenti abbia almeno un genitore con un diploma presso una scuola universitaria. Questo valore rappresenta quasi il doppio della percentuale presso la popolazione della stessa età. Il significato di questa constatazione è molto facile da capire: genitori con un buon livello di formazione, e che grazie alla loro formazione hanno ottenuto un lavoro qualificato, possono permettersi di offrire ai propri figli una formazione superiore più di quanto non possano farlo genitori con una formazione di base e dei salari ridotti. Analizzando la composizione delle finanze degli studenti si può facilmente spiegare la loro origine sociale e capire che questo sistema non garantisce libere ed eque condizioni di accesso alla formazione.

A livello svizzero, solo il 16% percento degli studenti universitari riceve una borsa di studio, e per questi studenti questo tipo di finanziamento rappresenta un terzo delle risorse finanziarie totali. Da questi dati emerge chiaramente il ruolo marginale delle borse di studio nel sistema attualmente in vigore in Svizzera. Per

fare un confronto internazionale possiamo dire che, secondo lo studio Eurostudent dell’Ufficio federale di statistica, nel Regno Unito – paese rinomato per la qualità delle sua formazione universitaria – le borse di studio stanziate dallo Stato costituiscono la fonte principale delle entrate degli studenti.

Al di là del fatto che solo il 16% degli studenti percepisca una borsa di studio, il dato che più colpisce è l’evoluzione dei montanti accordati per le borse di studio. Dal 1993 ad oggi il numero degli studenti, il PIL e i costi annuali ai quali gli studenti devono far fronte non ha cessato di crescere. Pare dunque logico e normale attendersi che i fondi dedicati alle borse di studio abbiano seguito la stessa tendenza. Purtroppo, sebbene possa sembrare assurdo, questo non è il caso: a livello svizzero il volume totale delle borse di studio dal 1993 ad oggi si è ridotto di un quarto. In Ticino si è passati dai 23 milioni messi a disposizione del 1991 ai 19 milioni erogati nel 2009. Senza contare che a livello cantonale dal 1991 ad oggi i beneficiari delle borse di studio sono diminuiti del 20%.

Queste cifre e questi dati statistici sono essenziali per poter mettere in risalto l’importanza di un adeguato sistema di borse di studio che possa realmente garantire a tutti le condizioni necessarie per accedere alla formazione desiderata, in base ai propri desideri e alle proprie attitudini e non in base alle risorse economiche della propria famiglia.

  1. 1. Contesto giuridico

Intervento di Filippo Contarini, giurista e studente/assistente UNI

In Svizzera il settore delle borse di studio è di competenza cantonale. Ogni Cantone determina i criteri con i quali attribuire le borse di studio, così come il loro ammontare. Le differenze tra i Cantoni creano discriminazioni ingiustificate. Per esempio nel Canton Zurigo lo 0,3% della popolazione riceve una borsa di studio, che si eleva a 3’800.- per semestre; mentre nel Cantone di Neuchâtel l’1% della popolazione riceve una borsa di studio di 1’200.- al mese; nel Canton Sciaffusa la somma pro-capite consacrata alle borse ammonta a 17.-, mentre nel Canton Jura questa somma è di 93.- pro-capite.

Proposta normativa dell’iniziativa

L’attuale art. 66 Cost. permette alla Confederazione di intervenire sulla struttura formale del finanziamento allo studio, ma non può statuirne contenuti materiali. L’iniziativa si prefigge una modifica sostanziale di questo articolo, prendendo atto dell’incapacità dei cantoni di coordinarsi in modo materialmente equo.

Lo strumento che l’iniziativa propone per migliorare questa condizione è quello del passaggio completo della competenza legislativa alla Confederazione. Ai cantoni viene quindi solamente lasciata la competenza esecutiva, ovvero sono obbligati ad erogare gli aiuti allo studio agli studenti sostenuti dalla Confederazione.

Non vincolatività a livello federale delle soluzioni cantonali

L’art. 48a Cost. non prevede (volutamente) la possibilità di dichiarare generalmente vincolanti i concordati intercantonali sulla questione del sostegno allo studio. Questo significa che anche a fronte di un accordo fra alcuni cantoni (come ad esempio quello del 18 giugno 2009) non sarà possibile pretendere che la Confederazione lo renda generalmente vincolante.

Rapporto con il concordato del 18 giugno 2009 sulle borse di studio

I ministri dell’educazione cantonali, consapevoli pure loro della situazione di grandi disparità in Svizzera nonché del calo sistematico dell’entità di borse di studio distribuite negli ultimi 20 anni, hanno concluso un concordato per armonizzare il quadro normativo. Quest’azione, sicuramente interessante, non è purtroppo in grado di soddisfare tutti i bisogni evidenziati dall’iniziativa.

Purtroppo il concordato non è dichiarabile vincolante per tutti i cantoni, rendendo l’armonizzazione di fatto fittizia essendo ogni cantone libero di aderirvi o meno.

Secondariamente va notato come l’iniziativa imponga a livello costituzionale il Master come primo livello dei titoli accademici, ribadendo una situazione già reale per tutti gli studenti.

Va notato inoltre che questo è un concordato limitato al minor costo possibile invece che al miglior rendimento, non inserendo nessun nuovo investimento nella formazione né aumentando in modo importante il numero di studenti che potranno accedere alle borse di studio. È dato come unico zuccherino il solo aumento (per il Ticino) del massimo erogabile con un assegno di studio.

I suoi metodi di calcolo, infine, vanno nella direzione sbagliata, poiché dando uguali mezzi a chi studia vicino e chi lontano limita la libera scelta dell’ateneo in cui studiare (libertà invece fondamentale nel nuovo concetto europeo di università)

In sostanza, quindi, pur salutando un primo passo verso l’armonizzazione, le richieste studentesche che ormai si ripetono da più di 40 anni, non sono ancora prese realmente in considerazione.

  1. 2. Obiettivi e proposte dell’iniziativa

Intervento di Mara Rossi, sindacalista VPOD e collaboratrice scientifica USI

La Svizzera ha bisogno di un sistema di borse di studio che permetta a tutti di poter finanziare i propri studi. Una parte dei 24’000 franchi all’anno necessari agli studenti per far fronte ai costi di vita e della formazione può essere finanziata dalla famiglia e con un guadagno proprio, ma i sussidi restano una componente essenziale per molti studenti che altrimenti non avrebbero la possibilità di accedere agli studi superiori. Oggi i sussidi cantonali per la formazione vengono distribuiti a seconda di criteri differenti e il loro ammontare varia da cantone a cantone. La possibilità di ricevere un sostegno finanziario dipende più dal cantone di provenienza che dalla situazione finanziaria individuale e capita che l’accesso alla formazione sia rifiutato perché si abita nel cantone “sbagliato”.

Obiettivi dell’iniziativa

Gli obiettivi dell’iniziativa sono quindi da un lato l’armonizzazione del sistema delle borse di studio, eliminando le disparità esistenti fra i vari cantoni, e dall’altro la garanzia di un tenore di vita minimo per gli studenti da parte della legislazione federale. È noto che la predisposizione sociale ed economica individuale è un fattore primario per la decisione di intraprendere una formazione terziaria. Con questa iniziativa si chiede un sistema della formazione a cui si possa accedere indipendentemente dalle proprie possibilità finanziarie o da quelle della famiglia, ovvero che l’accesso agli studi terziari sia riconosciuto come un diritto di tutte e tutti. Infatti, solamente con un sistema di borse di studio adeguato si possono annullare queste premesse sociali.

Proposte concrete

Non solo si vuole che ogni cantone adegui il proprio sistema di concessione di sostegni allo studio ad una soluzione generalizzata svizzera, ma si chiede anche un massiccio aumento degli investimenti in questo settore. Concretamente si chiede di investire 500 mio di franchi in più a favore del sostegno allo studio (in particolare dalle casse della Confederazione). Questa somma permetterebbe in effetti di garantire delle borse di studio al 20% degli studenti.

Attività lavorativa parallela agli studi

Il 75% ca. degli studenti svizzeri ha un’attività professionale accanto allo studio, nonostante il nuovo sistema formativo (Riforma di Bologna) lasci sempre meno la

possibilità di strutturarsi il proprio tempo formativo in modo individualizzato. La regola proposta dal comitato d’iniziativa tiene conto di questa situazione ed è basata sull’idea che più persone abbiano accesso ai crediti di studio (20% degli studenti), ma senza che vi sia un sovvenzionamento totale della vita universitaria.

Perché investire nelle borse di studio?

Già nel 1964 la Confederazione si esprimeva a favore di un incentivo alle borse di studio, sottolineando l’importanza della promozione di nuove leve accademiche per il mantenimento dello standard di vita svizzero. Grazie alle borse di studio, l’economia può infatti disporre di un numero importante di persone con una buona formazione, il che garantisce alla Svizzera di rimanere competitiva a livello internazionale e di avere un posto privilegiato nell’economia mondiale. È ormai ben noto che ogni franco in più investito nella formazione ha in un arco di tempo medio lungo delle ricadute molto positive sulla crescita economica. I costi sono dunque più che ragionevoli da un punto di vista economico e sarebbero ammortizzati. Oggi la formazione è il motore principale del benessere del nostro paese. I costi di un sistema di borse di studio più ambizioso valgono dunque ampiamente la pena di essere sostenuti!

  1. 3. Promotori e tempi dell’iniziativa

L’iniziativa è stata lanciata dall’Unione svizzera delle studentesse e degli studenti universitari (USU). Questa associazione esiste dal 1920, è attiva a livello universitario e parauniversitario e fa parte dell’unione europea degli studenti. I membri di quest’unione non sono gli studenti diretti, bensì le associazioni studentesche a livello di ateneo, che inviano dei loro rappresentanti a svolgere le funzioni di organo all’USU.

Per quanto riguarda i tempi, l’iniziativa è stata lanciata il 20 luglio 2010 ed il termine per la consegna è fissato per il 20 gennaio 2012.

Il formulario per la raccolta firme è scaricabile sul sito internet www.stipendieninitiative.ch, dove è inoltre possibile trovare tutte le informazioni necessarie sull’iniziativa.