La ministra della finanze Eveline Widmer-Schlumpf ha confermato all’Italia in una nota ufficiale il ristorno del 38,8% pagato dal Canton Ticino ai comuni italiani confinanti.
“Il nostro governo federale non ha per il momento intenzione di portare modifiche poiché i ristorni dei frontalieri sono parte integrante della convenzione bilaterale per la doppia imposizione approvata da Italia e Svizzera il 9 marzo 1976 e entrata in vigore il 27 marzo 1979.”
Già il 14 marzo scorso, in risposta ad una interrogazione di Norman Gobbi, la ministra aveva ribadito quello che ora ha ufficialmente confermato al Governo italiano.

Widmer-Schlumpf decide che il nostro Cantone continui a pagare 50 milioni all’Italia per il ristorno dei frontalieri, invece dei potenziali 18 milioni se si applicasse l’aliquota concordata con l’Austria.

Soddisfazione da parte italiana e del sottosegretario agli Affari esteri Alfredo Mantica, che ha comunicato la notizia al parlamentare italiano del Pdl Marco Zacchera, attuale Sindaco di Verbania.
La questione è di fondamentale importanza per le comunità confinanti con la Confederazione, dalle quali quotidianamente migliaia di frontalieri partono per lavorare in Svizzera, scrive Zacchera in una nota stampa.
“Il sottosegretario mi ha fornito i dati ufficiali. Sono 45 mila i nostri connazionali che lavorano in Svizzera, la maggior parte nel Canton Ticino. Nello stesso cantone i frontalieri rappresentano il 21,5 per cento degli occupati. Le tasse che pagano oltreconfine vengono restituite ai Comuni di residenza nella misura del 38,8 per cento. Quella misura che le recenti campagne anti-frontalieri e i successivi risultati elettorali hanno messo in dubbio. Per ora non si cambia – conclude Zacchera, forte anche delle rassicurazioni di Widmer-Schlumpf.