Papa Benedetto XVI beatificherà domenica il suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II. In questo modo il Pontefice rimane sulla linea del clero conservatore, osserva nella sua edizione odierna il quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau : “Come Papa, per quanto riguarda l’articolazione del suo potere Ratzinger rimane strettamente nel contesto della tradizione … Nella comprensione del suo mandato è, per così dire, un segno qualitativo di nessuna sperimentazione.
La beatificazione di domenica fa parte del repertorio. Il Papa tedesco dimostra di essere l’uomo della transizione impassibile ed è questo il motivo per cui gli anti-riformisti del Collegio dei cardinali lo avevano eletto. Dopo sei anni Benedetto XVI non ha ancora intrapreso qualcosa che lo faccia entrare nella memoria collettiva. Invece, sacralizza tre decenni di storia ecclesiastica scritta da un altro Pontefice.
La sua Chiesa è talmente lontana dal principio Ecclesia semper reformanda est convalidato dal secondo concilio ecumenico del Vaticano.”

Il Concilio ecumenico Vaticano II è stato il 21esimo ed ultimo dei concilii della Chiesa cattolica (le solenni riunioni a cui presenziavano tutti i vescovi per definire argomenti di fede e dare orientamenti riguardo alla morale).
Si era svolto in quattro tappe dal 1962 al 1965, annunciato già nel gennaio 1959 da Papa Giovanni XXIII, appena tre mesi dopo la sua nomina a Pontefice. Uno dei temi dibattuti in questo concilio era stato proprio quello della Chiesa nel mondo moderno.

Ecclesia semper reformanda est è una delle affermazioni fondamentali nell’idea del teologo tedesco e iniziatore della riforma protestante Martin Lutero (1843-1546).
Si riferisce alla convinzione che la Chiesa deve continuamente riesaminare sè stessa per mantenersi sempre fedele, nell’azione e nella dottrina, al messaggio evangelico.