In questo Cantone – a differenza di ciò che succede nel resto della Svizzera, basta seguire i dibattiti politici sui canali più noti romandi e tedeschi – c’è il brutto vezzo (oppure la mancanza di veri argomenti) di etichettare tutto in “destra” o “sinistra” quando si affrontano particolari tematiche oppure quando qualcuno osa denunciare delle situazioni (ricordo che il denunciare è un’azione politica) che sono semplicemente espressioni del buon senso comune e che, a torto, vengono subito liquidate in posizioni di “destra” o di “sinistra”.

Prendiamo l’esempio di un tema centrale come il lavoro: difendere i posti di lavoro (tutti) è di destra o di sinistra?
Parrebbe una prerogativa di “sinistra” ma a mio avviso non lo è, proprio perché difendere i posti di lavoro (tutti) è una questione di quel buon senso comune alla quale facevo riferimento sopra e di cui dovrebbe beneficiarne la Società tutta.
Ma poi, per difendere i posti di lavoro prima di tutto bisogna crearli: chi li crea è di destra o di sinistra?
Se vado sulla logica di una certa sinistra radicale, la stessa paradossalmente non potrebbe scendere in piazza a difendere i posti di lavoro e le sue condizioni, se prima non ci fosse stata “l’odiata” destra a crearli. E sappiamo tutti che il termine “padrone” viene ancora usato da una certa sinistra in maniera molto politica e per fare una certa presa, è risaputo. Infatti i recenti risultati elettorali non hanno molto premiato questa tattica tipicamente da “scuola di partito”.

Altra domanda: il mercato (vedi Cina e di recente Cuba) è di destra o di sinistra? Decidiamoci compagni, perché di recente a una trasmis- sione televisiva ho notato un “vecchio” della sinistra radicale ticinese parecchio in difficoltà su questo tema e non a caso.
Ci sono datori di lavoro onesti e datori di lavoro disonesti, come ci sono dipendenti e operai onesti mentre altri non lo sono.
Volete sempre dividere tutto in buoni da una parte e cattivi dall’altra? Non vi sembra un discorso un po’ riduttivo e che alla fine stanca?
Mio nonno era un “padrone” e possedeva una cava in territorio fra Giornico e Bodio la cosiddetta “Cava granda”; per oltre vent’anni ha dato lavoro a circa 30 operai in modo onesto. Non è mai diventato ricco e non ho mai capito se fosse di destra o di sinistra. E’ morto ancora giovane colpito da un ictus.
Ecco perché dico e scrivo da tempo che i concetti di “destra” e “sinistra” vengono anche tenuti in vita ad arte da chi, senza la destra e la sinistra non sarebbe nessuno dal punto di vista politico e, in alcuni casi, non avrebbe neppure il tornaconto finanziario che gli permette di vivere. Piaccia o non piaccia è così.
A tal proposito consiglio a tutti di leggere il libro “Oltre la destra e la sinistra”, di Anhony Giddens, uscito recentemente.
Con gli esempi sui temi potremmo continuare a lungo ma ne cito solo alcuni, quelli che più fanno discutere e anche attuali.
La sicurezza è un tema di destra o di sinistra?
Gli abusi nel campo della socialità (che ci sono e vanno a discapito di tutti) sono un tema di destra o di sinistra?
La non adesione all’Unione Europea – un tema sul quale ora anche i favorevoli da sempre, tacciono – è un tema di destra o di sinistra?
La difesa dell’ambiente, molto attuale, è un tema di destra o di sinistra?
A mio avviso in tutte queste problematiche ma anche in molte altre, la “destra” e la “sinistra” non c’entrano. C’entra prima di tutto il buon senso comune, quello che mi pare abbiamo perso.

Molti della mia generazione e non, si ricorderanno la famosa canzone dell’indimenticabile Giorgio Gaber: “Destra sinistra”.
C’è un passaggio, molto significativo, che dice: “E’ evidente che la gente è poco seria quando parla di sinistra o destra. Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra ..”
Io penso che se alcuni nostri “politici”, rampanti o meno, ascoltassero un po’ profondamente questa canzone (una delle ultime di Gaber) che anticipava i tempi in modo anche provocatorio, avremmo di sicuro parecchie, inutili e noiose discussioni in meno e qualche problema risolto in più in questo Cantone.

Donatello Poggi
deputato al Gran Consiglio