A Lünen si sta costruendo una centrale elettrica a carbone finanziata anche con 36 milioni dei nostri soldi. Il 5 giugno, tramite il voto, dovremo scegliere se mantenere questa partecipazione al progetto oppure ritirarci, come lo chiede l’iniziativa dei Verdi e come l’hanno fatto spontaneamente alcune “sorelle” svizzere di AET.

Il carbone è un combustibile fossile che genera una quantità di anidride carbonica addirittura superiore a quella generata dalla combustione di petrolio. Il CO2 è un gas a effetto serra che causa siccità e quindi carestie, tempeste e uragani – come quello che ha distrutto la piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico – e scioglie i ghiacci polari.
L’anidride carbonica (CO2) minaccia la nostra stessa esistenza, e questo è un fatto che nessuno più osa contestare. Ma il carbone è sporco anche per ragioni sociali ed etiche perché quello bruciato a Lünen verrà importato da diversi paesi, tra cui Colombia e Indonesia, dove per estrarlo si sono deforestate immense zone del paese, dove non c’è tutela dei diritti sindacali e dove è permesso sfruttare il lavoro dei bambini.
Il 5 giugno è un giorno importante.

La mia speranza è che questa votazione passi alla storia come una grande dimostrazione di libertà dalle energie fossili, come la svolta irreversibile del nostro paese verso un’economia ed una società improntata alla responsabilità sociale ed ambientale.
Questo non è più il momento in cui ci si possa permettere di aspettare il domani e non è più il momento di assorbire il tranquillante del gradualismo – come proposto dal controprogetto del PPD – e di rimandare la salvezza del mondo a quando noi saremo già morti. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia elevando la salute degli uomini e dell’ambiente – qui come a Lünen – a diritto fondamentale ed inalienabile.
Sarebbe la fine per questo Cantone se noi cittadini non riuscissimo a valutare appieno l’urgenza del momento, se non capissimo che il nostro destino è legato a quello di Lünen e a quello di tutti gli uomini che popolano questa terra. Non possiamo camminare da soli. L’aria che respiriamo è quella che respira il mondo, cosi come la pioggia che ci bagna e l’acqua che beviamo.
Aspettare fino al 2035 come chiede il controprogetto non è più possibile! Le emissioni di CO2 devono essere ridotte subito! Il 5 giugno votiamo si al futuro, votiamo si all’iniziativa dei Verdi.

Michela Delcò Petralli, GC per i Verdi