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Dal primo aprile sono in vigore i tagli alla LADI, ossia all’assicurazione contro la disoccupazione. Da notare che, mentre da un lato la Confederazione risparmia sulla disoccupazione, dall’altro chiude i conti 2010 in attivo di 3.6 miliardi di franchetti.
Il risultato più ovvio di questa riforma LADI, purtroppo approvata dal popolo (ma non da quello ticinese), sarà di scaricare un congruo numero di persone dalla disoccupazione all’assistenza (la quale è finanziata dal Cantone e dai Comuni, nella misura rispettivamente dell’80% e del 20%).

Cifre ballerine?
Quante persone in Ticino finiranno in assistenza a causa della riforma LADI? Qui casca l’asino, perché il grado di incertezza è alto. Le cifre della SECO, Segretariato di Stato per l’economia, entrano in conflitto con quelle dello studio INFRAS, commissionato dalla Conferenza dei direttori cantonali della socialità. Questo perché la SECO, dipendendo dal Consiglio federale, deve giocoforza reggere bordone al medesimo, e quindi minimizzare le conseguenze negative dei tagli. Fatto sta che a livello ticinese l’Istituto delle assicurazioni sociali ipotizza che «sui 12 mesi a contare da aprile 2011 si potranno contare da 400 a 900 persone in più in assistenza». Alla faccia della precisione statistica! A questo punto tanto valeva affidarsi al mago Otelma…

Impoverimento
E’ chiaro comunque che il taglio alla LADI provocherà un impoverimento nella popolazione, a vantaggio delle già pingui casse federali. Non tutte le persone che si sono viste e che si vedranno chiudere anticipatamente i rubinetti della disoccupazione andranno in assistenza. Non ci andranno, ad esempio, le disoccupate o i disoccupati il cui coniuge lavora e, con il suo solo stipendio, è in grado di garantire il minimo vitale al nucleo familiare.
Con però una bella differenza: il nucleo familiare in questione passa da due stipendi ad uno solo e quindi diventa chiaramente più povero. Qualcuno si premurerà di monitorare le conseguenze dei tagli alla LADI sul fronte dell’impoverimento della popolazione ticinese? Si andrà a vedere cosa accadrà alle oltre mille persone che si troveranno espulse anzitempo dalla disoccupazione?

Bisognerebbe farlo; ma è improbabile che qualcuno in quel di Bellinzona ci stia pensando… Al di là delle previsioni “ballerine”, sul numero delle persone che, a seguito dei tagli alla LADI, finirà in assistenza, ed in seconda battuta magari in invalidità, regna ancora una nebulosa. Anche perché la discussa riforma è entrata in vigore da un mese e mezzo; e non tutti quelli che non hanno altre risorse si sono già annunciati all’assistenza. Al proposito, è bene tenere presente che i tempi d’evasione delle pratiche di richieste di prestazioni assistenziali da parte del Cantone sono lunghi, troppo lunghi: in media un paio di mesi. Attenzione quindi ad annunciarsi per tempo, onde non trovarsi poi “allo sbaraglio”…
Per il momento il numero delle new entry in assistenza a seguito della riforma LADI sembra ancora contenuto: a Lugano ad esempio i casi sono una trentina. Ma attenzione, perché il bello, o piuttosto il brutto, deve ancora arrivare.

Lorenzo Quadri
Municipale e deputato Lega dei Ticinesi