A quanto risulta, martedì mattina (24 maggio) verso le 10 presso gli uffici del sostegno sociale di Bellinzona in viale Officina sarebbe accaduto un fatto increscioso.
Un asilante di origine somala avrebbe infatti aggredito due funzionari, rendendone necessaria l’ospedalizzazione per controlli.
L’uomo, a quanto pare già noto per la sua aggressività, avrebbe prima dato in escandescenze nei confronti di una funzionaria, colpendo i vetri dello sportello e prendendo a calci tutto quanto gli capitava sottotiro. In seguito si sarebbe scagliato contro i colleghi della donna nel frattempo intervenuti per bloccarlo. Uno di essi sarebbe stato raggiunto da un pugno in faccia mentre un secondo, che l’aveva inseguito nel cortile, sarebbe stato colpito con un casco da motociclista, prima che la polizia intervenisse.
Pare pacifico che atteggiamenti di questo genere non possono in nessun caso essere tollerati e che il richiedente l’asilo che si comporta in questo modo deve essere sanzionato e allontanato dalla Svizzera, e non certo ospitato nel nostro paese a spese dell’ente pubblico. A maggior ragione se risultasse confermata la voce secondo cui la persona in questione in passato avrebbe già aggredito i sorveglianti del centro della Croce Rossa di cui era ospite.
Chiedo pertanto al lodevole Consiglio di Stato:
1. I fatti sopra descritti trovano riscontro?
2. Se sì, quali provvedimenti sono stati adottati nei confronti dell’asilante violento?
3. Il CdS non reputa che in casi come questo sia necessaria la massima fermezza onde evitare ogni forma di emulazione?
4. La magistratura è intervenuta d’ufficio?
5. Il richiedente l’asilo protagonista dei fatti ha già precedenti di questo tipo? Corrisponde al vero che, in passato, si comportava in modo aggressivo anche nei confronti dei sorveglianti del centro della Croce Rossa di cui era ospite?
6. L’asilante in questione verrà allontanato dalla Svizzera?
7. Da quanto tempo la persona in questione si trova in Svizzera?
Lorenzo Quadri, Lega dei ticinesi