Le foto che i media stanno diffondendo dell’ex generale serbo bosniaco Ratko Mladic, all’indomani del suo arresto a Lazarevo, una cittadina a 80 chilometri da Belgrado, mostrano un uomo assai provato. Difficile vedere in lui l’uomo in divisa che arringava i suoi soldati e senza battere ciglio ordinava esecuzioni di massa.


Incarcerato da ieri ed interrogato presso la Corte speciale di Belgrado, Mladic riceverà a giorni l’ordine di estradizione nei Paesi Bassi, per essere consegnato al Tribunale penale internazionale dell’Aja, che lo processerà per le accuse di genocidio, crimini contro l’umanità e violazione delle leggi di guerra.
Il suo legale ha chiesto che vengano interrotti gli interrogatori, in quanto Mladic fa molta fatica a comunicare e ha bisogno di cure mediche. Inoltre il suo stato di salute non gli permette alcun spostamento e soprattutto non un viaggio sino all’Aja. Secondo voci che circolano negli ambienti giudiziari di Sarajevo l’ex generale soffrirebbe infatti di cancro allo stadio avanzato.
Il procuratore per i crimini di guerra Bruno Vekaric ha però confermato che pur assumendo molti farmaci Mladic “risponde molto razionalmente a quanto succede” e dunque gli interrogatori possono proseguire.

“Questo è Mladic”, titola a caratteri cubitali il quotidiano serbo Kurir, che poi scrive “L’ex generale è fortemente invecchiato e cammina con difficoltà. Parla male e si confonde su quello che dice, ha un braccio semiparalizzato. Un vicino lo ha aiutato a vestirsi prima che la polizia lo portasse via. Non ha opposto resistenza, si è limitato a confermare la sua identità.”

“Hanno arrestato un uomo morto” è il titolo apparso su un altro giornale serbo, l’Alo, che come gli altri mostra la foto di Mladic in divisa da generale negli anni ‘90 e quella di oggi, dimagrito, pallido, con un cappellino da baseball blu, lo sguardo verso l’alto e l’aspetto malato.