Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Parto dalle belle parole dei nostri politici che da anni vogliono valorizzare e sostenere le zone periferiche e di montagna del nostro Cantone il cui impoverimento commerciale e spopolamento sono tristemente ascendenti. Parole. Penso alle lamentele della città di Lugano sul versamento “ad annaffiatoio” del contributo di livellamento intercomunale che annualmente si attesta attorno ai venti milioni e più.

Ritengo che all’inizio di una legislatura il nuovo Parlamento debba individuare un progetto che possa risultare vincente per entrambe le tematiche. Un’idea potrebbe essere quella di individuare una regione pilota (Val di Blenio? Leventina?) e instaurare un regime speciale. L’obiettivo comune dichiarato è quello di incentivare l’insediamento di attività commerciali, industriali e una crescita demografica sostenibile. Tanto per iniziare si potrebbe fissare per la durata di dieci anni il moltiplicatore comunale in tutto il distretto al 70% per le persone fisiche e al 65% per le persone giuridiche. Il differenziale con il carico fiscale attualmente vigente sarà direttamente (in parte?) compensato dal contributo della città di Lugano da cui potrebbero anche nascere delle sinergie ben più incisive.
Questo esercizio avrebbe il merito di dare uno slancio attrattivo sotto tutti i punti di vista, una misura concreta alle tante belle parole dette. Le stesse che ieri hanno vivacizzato il dibattito sul conflitto d’interesse che ha partorito un nulla di fatto. Scorrendo i relatori il risultato non poteva essere altrimenti.

Il dibattimento scolastico non prevede, forse perché distratto da altri obiettivi ben più ambiziosi, una revisione delle classi già a partire dalle scuole d’infanzia ed elementari. Anche in questo ambito il coro è unanime nel descrivere una scuola pubblica non facile e cambiata negli ultimi decenni. Forse una coraggiosa proposta di ridurre gli allievi da 25 a 18 per classe porterebbe buoni frutti sia alle famiglie, sia alla classe docenti, ma soprattutto agli allievi le cui difficoltà tecniche, linguistiche e educative stanno diventando la vera sfida dei maestri. L’onere finanziario è importante (+ docenti = aumento salari, + infrastrutture = maggiori investimenti). Tuttavia il costante abbassamento dei vari moltiplicatori d’imposta concede un buon margine di manovra per una valutazione concreta. La scuola elementare sta vivendo una stagione molto difficile e non sempre la classe docenti di un Comune può dotarsi di un apparato amministrativo professionale e competente come la città di Lugano. Porto uno dei tanti esempi sul mutamento “morfologico” della piccola comunità che compone la scuola comunale pubblica: In occasione di una passeggiata nei boschi due classi di prima elementare su un totale di 47 allievi ben 9 si sono infortunati. Le cause? Scarpine “Hallo Kitty”, dopo venti minuti di passeggiata buona parte era già stanca e soprattutto quasi tutti i bambini non sapevano camminare in un bosco a contatto con piante, radici, sassi e quindi il rischio di ferirsi (piccole escoriazioni) si è rivelato ricorrente.
In conclusione siano benvenute le nuove facoltà all’USI purché non si perda di vista la base. La politica può e deve intervenire, iniziando ad ascoltare anche i docenti comunali.

Edmont Dantés