Nelle ultime settimane è risalito il tono con l’Italia, anzi con il Ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti.
I motivi che lo spingono ad attaccare la Svizzera e in particolar modo il Ticino sono, in parte, dettati dall’invidia che ha per la ricchezza finanziaria ed economica accumulata da noi negli anni (ragioni ben note a tutti) e il saper gestire le casse pubbliche in modo oculato da parte nostra.
Al contrario, il Ministro italiano, non riesce più a far quadrare i conti del debito pubblico del Belpaese, forse già oltre il 120% (debito/PIL). Ultimamente l’Italia è stata pure declassata dall’agenzia di rating Standard&Poor’s. Insomma il “nostro vicino di casa” si sta allineando drammaticamente sempre più ai Paesi mediterranei in difficoltà e in bancarotta. Certo che se dovesse scoppiare la bomba italica com’è stato per Grecia,Irlanda e Portogallo, l’UE sarebbe messa talmente male da pensare seriamente ad uno scioglimento completo oppure a un’ Europa a due velocità. Cosa che peraltro sta già pensando la Germania. Torneranno ai propri confini come già ventilato dalla Danimarca ? Sospendendo prima, e abolendo poi, il trattato di Schengen? Torneranno a ristampare le proprie monete? Marco tedesco, dragma greca, franco francese, lira italiana pesetas spagnola?
Non credo che la Germania, motore trainante dell’UE da sempre, che ancor oggi, nella busta paga dei contribuenti, deduce le tasse per la riunificazione tedesca, abbia la buona volontà di iniettare denaro pure all’Italia. Quest’ultima poi, membro del G8, cioè delle grandi al mondo. (?)
La Spagna, per contro, si è svegliata da qualche tempo con l’incubo della disoccupazione a due cifre, intorno al 20%. In questa percentuale il 40% ca. sono giovani. La stessa gioventù che dovrebbe provvedere al benessere del Paese nei prossimi decenni.
L’Italia e la Grecia hanno lo stesso problema dell’alta percentuale di disoccupazione giovanile. Quindi il problema del rilancio economico risulta a sforzo doppio. Se da una parte necessitano liquidità monetaria, riforme fiscali e tagli alle spese pubbliche, dall’altra l’urgenza di creare nuovi posti di lavoro e impiegare le forze lavoratrici giovani. Il dilemma però sta in come e in quali settori urgono provvedimenti immediati e sicuramente dolorosi.
Sul fronte finanziario nell’intera UE, se avete notato, nessuno osa pubblicare apertamente gli andamenti economici degli ultimi Paesi entrati nella Comunità. Siamo sicuri che non abbiano bisogno d’aiuto immediato la Bulgaria, la Romania, la Cechia e la Slovacchia? Paesi dove noi svizzeri, sciaguratamente mandiamo un miliardo di franchi per gli “aiuti allo sviluppo”. Io ho grossi dubbi sui loro debiti pubblici e sul loro andamento economico. Sembra che in Romania arrivino miliardi di euro dall’UE per “calmare le acque agitate ed evitare ulteriori scossoni politico-economici”….
Facciamo di nuovo un passo verso Ovest, cioè verso l’Italia. Qualche settimana fa è uscito sul quotidiano la Repubblica, la classifica del carico fiscale per persone fisiche e giuridiche. Ebbene ancora una volta l’Italia è al top della classifica (negativa però) con i salari più bassi e il fisco più alto (fonte OCSE).
Ovvio che qualcosa non funziona ed è per questo che sempre più italiani evadono il fisco e il sommerso cresce a dismisura, come sostenne in un articolo di giornale l’ex Ministro Vincenzo Visco non tanto tempo fa. Oltre ad evadere e non pagar le tasse, alcuni hanno anche preso il largo e si sono rifugiati con tanto di domicilio all’estero per salvare il salvabile.
Davanti a tutto questo marasma intorno a noi, non ho proprio difficoltà a credere al sondaggio svizzero che è uscito lo scorso 24 maggio nel quale si evidenzia che il 77% ca. degli svizzeri preferisce restare fuori dall’UE.
Solo il 19% è ancora favorevole all’adesione.
In questo 19% vi saranno, penso io, i più temerari, i soci del Club Helvetique, e i NUMES e forse qualche accanito rosso-verde.
Solo un anno fa al congresso del PS Svizzero uno dei cavalli di battaglia era l’adesione rapida all’Unione Europea, oltre che abolire l’Esercito svizzero (?).
Stranamente a parte i “sognatori” che compongono i NUMES e il Club Helvetique, gli altri socialisti e qualche radicale, se ne guardano bene di sbandierare ancora l’idea dell’adesione all’UE a cinque mesi dalle elezioni federali.
Il Consiglio Federale, sulla base dei nuovi cambiamenti “climatici” (non della natura bensì politici, economici e finanziari) dovrebbe anzitutto farsi più autoritario nei confronti di quei politici esteri, come Tremonti, che hanno ancora il coraggio di criticare la Svizzera perché più efficiente e indipendente e in seconda analisi, ritirare al più presto la domanda d’adesione alla fallita Unione Europea. Continueremo con dei trattati bilaterali ad hoc, alcuni magari negoziati direttamente con la Nazione che ci riguarda (vedi gli accordi con Germania e Regno Unito sulla doppia imposizione fiscale). Dobbiamo saper contrattare a pari merito delle altre Nazioni. E’ ora che il Consiglio Federale smetta di barattare “pilastri importanti” della Svizzera, per una ciottola di riso. I trattati di libera circolazione dovranno essere in cima alla lista. Una clausola di contenimento nei posti di lavoro a stranieri che non risiedono in Svizzera dovrà essere introdotta. Con il ritmo di assunzioni di personale estero come oggi, tra qualche anno saremo al collasso e il nostro Cantone né è l’esempio con oltre 50’500 frontialieri.
Tiziano Galeazzi
Vice presidente UDC Malcantone
Municipale Monteggio