Gli avvocati che difendono Dominique Strauss Kahn dalle accuse di violenza sessuale su una dipendente del Sofitel di New York non hanno ancora svelato quale sarà la loro strategia. Prima di parlare Ben Brafman e William Taylor aspettano di ricevere da parte del procuratore gli elementi d’accusa contro il loro cliente.
In pratica agiranno secondo gli elementi a disposizione dell’accusa. In funzione di questi elementi argomenteranno meno di un rapporto sessuale consenziente, ad esempio se verrà confermato che sulla presunta vittima, la 32enne africana Nafissatou Diallo sono state trovate tracce del Dna di Strauss Kahn.
Brafman e Taylor calcheranno la mano sulla minima contraddizione e sul minimo punto debole nella testimonianza della donna. Cercheranno di distruggerne la credibilità, di rendere poco o per nulla credibile ogni sua dichiarazione: se sapranno suscitare nei 12 giurati dubbi sufficienti, questi emetteranno un verdetto di proscioglimento. E’ in quest’ottica che i detective della società di sicurezza Guidepost Solutions hanno scandagliato ogni possibile aspetto della vita della donna.
All’udienza preliminare di ieri presso la Corte suprema dello Stato di New York, dove è arrivato al braccio della moglie, Strauss Kahn si è detto estraneo ai sette capi d’imputazione a suo carico. Ovviamente può ancora cambiare strategia e dichiararsi colpevole e convenire un accordo con la parte avversa.
Questa situazione potrebbe essere considerata nel caso in cui la difesa si renderà conto, dopo aver avuto accesso agli elementi in possesso del procuratore, che il dossier è meno solido di quanto previsto e che andare sino alla fine del processo sarebbe troppo rischioso. In questo caso Strauss Kahn avrebbe una pena minima e passerebbe qualche tempo (non troppo) in prigione.
(Fonte: Le Monde.fr)