Si é molto parlato della rissa avvenuta ad Arbedo durante una partita di terza lega e che ha causato l’intervento della polizia. Non é la prima volta che la stampa debba riportare degli episodi di violenza avvenuti all’interno delle leghe minori e voglio quindi cogliere l’occasione per aprire la discussione sul tema.
Si può intuire quali possono essere i pretesti, le frustrazioni e le cause che portano le persone a sfogarsi durante il fine settimana sui campi di calcio ma non é negli aspetti sociologici il punto nella quale voglio soffermarmi.
Il calcio regionale sebbene sicuramente non sia di altissimo livello tecnico rimane comunque un calcio agonistico dove ogni squadra, anche l’ultima della classe, entra in campo per cercare di vincere. Figuriamoci poi quando due squadre si giocano in una partita un’eventuale promozione in una lega superiore o peggio ancora una relegazione. La tensione agonistica in queste partite diventa ancora più palpabile.
Ebbene sì, queste partite vengono spesso dirette da una classe arbitrale che, purtroppo, non é sufficientemente formata e all’altezza della situazione. La maggior parte delle volte nelle leghe inferiori latensione viene alimentata dalle insicurezze e dai continui errori arbitrali che provocano nei giocatori e i tifosi a bordo campo le reazioni più negative. Arbitri senza temperamento, che perdono il controllo della situazione e che alla fine diventano vittime in balia dell’ambiente che li circonda.
Lungi dal difendere o giustificare chi si rende violento, la mia vuole essere unicamente una considerazione per cercare di limitare e migliorare la situazione del nostro calcio.
Una migliore considerazione dei nostri campionati, una migliore ricerca e formazione degli arbitri basterebbe già a migliorare in maniera netta il clima durante le partite di calcio e prevenire così possibili episodi di violenza.
Rodolfo Pulino, Lega dei Ticinesi