C’è un candidato repubblicano alle primarie per le presidenziali 2012 che spaventa la Casa Bianca. Si chiama Jon Huntsman, governatore dello Utah, la terra dei Mormoni, dal 2005 al 2009.
Quando era stato rieletto per un secondo mandato con il 78% dei voti, Barack Obama lo aveva spedito a fare l’ambasciatore in Cina. I soliti maligni credono che Obama avesse visto in lui un potenziale rivale per le presidenziali del prossimo anno e aveva voluto toglierselo di torno. Inutilmente però: lo scorso aprile Huntsman ha lasciato l’incarico di ambasciatore ed è rientrato negli Stati Uniti per lanciarsi nella campagna elettorale.


Un candidato poco conosciuto anche in seno al suo partito ma che ha già iniziato a lanciare messaggi ad effetto.
“Per la prima volta nella storia della nostra nazione – ha detto durante il discorso dell’annuncio della sua candidatura – consegneremo alle future generazioni un paese meno potente, meno compassionevole, meno competitivo e meno fiducioso rispetto al paese che abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri. Questo è totalmente inaccettabile e totalmente anti-americano.”

Jon Huntsman è un candidato valido, una reale minaccia per la rielezione di Barack Obama. Mormone nel profondo del cuore e padre di 7 figli, già a 32 anni era stato nominato ambasciatore a Singapore, poi si era spostato a Doha per dirigere i negoziati sul commercio internazionale. Poi c’è stata la carica di governatore dello Utah e quella di ambasciatore in Cina. Non ha problemi finanziari, in quanto suo padre è un miliardario che ha fatto fortuna fabbricando gli imballaggi dei Big Mac.
Malgrado provenga dallo Utah, uno degli Stati più conservatori del paese, Huntsman è considerato un repubblicano moderato. Si è pronunciato a favore delle unioni civili fra coppie omosessuali e non ha mai negato il proprio consenso alla comunità scientifica sul riscaldamento globale. Una moderazione che qualora vincesse le primarie repubblicane potrebbe piacere anche a molti elettori indipendenti e democratici.

Huntsman ha ovviamente qualche punto debole. Ha ricoperto ruoli diplomatici per l’amministrazione Obama, ha sostenuto il piano di rilancio economico del presidente e questo gli è valso le critiche del suo stesso partito. I repubblicani sono anche delusi dalla sua intenzione di non costruire una campagna elettorale criticando Obama e il suo operato.
La moderazione politica che lo aiuterebbe in un confronto diretto con Obama potrebbe anche nuocergli nella corsa per le primarie. Il suo modo di esprimersi, concreto piuttosto che emotivo, si distanzia molto dallo stile dei virulenti esponenti repubblicani tanto amati dagli evangelisti e dai militanti del Tea Party, due movimenti chiave dell’elettorato repubblicano.
Huntsman è un mormone e la fede mormonica è – insieme all’Islam – il credo religioso che può nuocere a un candidato presidenziale. Il 22% degli americani non voterebbe mai per un candidato mormone, secondo un sondaggio Gallup pubblicato questa settimana.

(Fonte: Cyberpresse.ca)