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Ristorno all’Italia del 38,8% delle imposte alla fonte pagate dai frontalieri nell’anno fiscale. Il termine per il rimborso, il 30 giugno, si avvicina e il Consiglio di Stato ticinese sta valutando se sia o meno il caso di bloccare i fondi (corrispondenti a circa 55 milioni di franchi) per obbligare il governo italiano a trattare sui termini della doppia imposizione.

I Consiglieri di Stato leghisti Norman Gobbi e Marco Borradori e il popolare-democratico Paolo Beltraminelli si dicono a favore del blocco, mentre più concilianti sono Laura Sadis (PLR) e Manuele Bertoli (PS), i quali ritengono che non compete al governo cantonale decidere in merito al blocco dei ristorni. La materia è di competenza del governo federale, il quale però sembra respingere l’opzione di una linea dura.
Il governo di Berna è già stato interpellato dal Consiglio di Stato ticinese lo scorso 25 maggio, con la richiesta di definire l’intervento presso il governo italiano e presso il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e di valutare eventuali misure di ritorsione.
La risposta dovrebbe giungere a giorni e in base alla stessa il Consiglio di Stato prenderà la sua decisione: eseguire il ristorno senza alcuna pretesa o condizione, trattenere i 55 milioni di franchi su un conto vincolato – come proposto dal PLRT – sino a che l’Italia accetterà di sedere al tavolo delle trattative oppure bloccare il ristorno ed attendere la reazione di Roma e di Giulio Tremonti.