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Dagli Stati Uniti prosegue la campagna denigratoria contro l’euro. Questa volta tocca a George Soros, investitore miliardario ungherese naturalizzato statunitense, dichiarare che “la situazione attuale porterà alla messa in opera di un meccanismo che porterà le economie più deboli ad uscire dalla Zona euro.”

Certamente per l’euro il momento è delicato. Sui mercati pesano i timori riguardo alla crisi del debito greco e questo ha spinto, settimana scorsa, l’euro ai minimi storici contro il franco svizzero.
“Credo che la maggior parte di noi sia concorde nel vedere nell’euro la crisi dell’Europa – ha detto Soros – È un tipo di crisi finanziaria in continua evoluzione. Molte persone se ne sono accorte. Le autorità stanno cercando di prendere tempo, ma sarà proprio questo a giocare in loro sfavore.”

La campagna contro la moneta unica europea prosegue anche sul fronte delle agenzie di rating statunitensi. Fitch ha lasciato intendere che potrebbe procedere al downgrade del debito sovrano italiano e il 17 giugno scorso Moody’s aveva messo sotto osservazione per un possibile downgrade il rating dei bond governativi italiani denominati in euro e valuta estera. Al contempo aveva posto in creditwatch, per una modifica del rating, ben 16 banche italiane.