Da settimane la Banca centrale europea e numerosi dirigenti europei mettono in guardia contro un “effetto Lehman Brothers” se la crisi greca dovesse aggravarsi.
Molti analisti ritengono che allo stesso modo in cui il sistema finanziario statunitense era crollato dopo il fallimento della banca Lehman – nel settembre 2008 – provocando una crisi finanziaria a livello quasi globale, la messa in default del debito greco rischierebbe di scatenare una crisi di fiducia nella Zona euro, di cui nessuno al momento è in grado di valutare gli effetti.
I continui downgrade del debito greco da parte della agenzie di rating americane avrebbero un primo e sicuro effetto : le banche greche non avrebbero più il finanziamento della Banca centrale europea.
Questo potrebbe avere un effetto domino e provocare il fallimento della maggior parte delle banche del paese.
Il default della Grecia rischia anche di suscitare un’ondata di panico in altri paesi fortemente indebitati: Portogallo, Italia, Irlanda e Belgio, sui quali potrebbe nuovamente abbattersi la scure delle agenzie di rating USA, che hanno adottato una linea particolarmente dura nei confronti dell’euro e delle banche europee, portando il tutto in una spirale negativa.
Con i loro continui tagli, le Big Three, ossia le tre agenzie di rating USA Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch screditano la Grecia e questi paesi, peggiorando una situazione già molto difficile.
Lo scorso aprile il primo ministro greco George Papandreou aveva dichiarato: “Oggi i governi nazionali sembrano deboli di fronte al potere del capitale globale. Sono le agenzie di rating e non i governi eletti dal popolo a voler definire il nostro destino e determinare il futuro dei nostri figli.”
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